Il progetto prevede il miglioramento della qualità dell’habitat per l’orso bruno marsicano al fine di facilitarne l’utilizzo di due corridoi faunistici – il primo tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il versante meridionale del Parco Naturale Regionale Sirente Velino; il secondo tra il PNALM e il versante est del Parco Nazionale della Maiella – attraverso la riproduzione e la messa a dimora di piante da frutto autoctone, che fanno parte della dieta dell’orso, per mezzo di talee, semi e lancio di bombe di semi.

 

1. Presentazione

L’orso bruno marsicano è una sottospecie in pericolo critico di estinzione (IUNC Lista Rossa dell’Italia). Il suo territorio è limitato all’Appennino centrale con un nucleo di distribuzione di circa 1.800 km2. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ospita una densità di orsi medio-alta, pari a 3-4 esemplari per 100 km2, e ha raggiunto così la sua capacità portante. È pertanto urgente, al fine di evitare o mitigare gli effetti dell’inincrocio, ampliare l’areale di distribuzione degli orsi e favorire la formazione di meta-popolazioni vitali nelle aree idonee al di fuori del PNALM. I territori più periferici dell’areale di presenza della specie sono frequentati di fatto da pochi esemplari, con solo tre femmine riproduttive finora documentate. Queste aree sono potenzialmente idonee, ma le possibilità di insediamento sono limitate dal disturbo antropico e dalla mortalità causata dall’uomo.

Questo progetto è tra i pochi a concentrarsi in maniera specifica sull’espansione della specie in due corridoi di collegamento tra aree protette, sostenendo in maniera concreta la conservazione dell’orso, riducendo i fattori di mortalità legati alle attività umane e favorendo la coesistenza. Questi corridoi collegano la zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con la parte meridionale del Parco Regionale Sirente Velino e con quella orientale del Parco Nazionale della Maiella, attraverso la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio. L’insieme di questi corridoi racchiude sei siti Natura 2000 che sono fondamentali per la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano, consentendo potenzialmente l’interazione tra individui isolati e ampliando in maniera significativa l’habitat favorevole per questa e altre specie. Le due aree di passaggio identificate si rivelano di fondamentale importanza come corridoi ecologici per l’orso bruno marsicano e altri mammiferi, consentendo loro di raggiungere territori idonei, evitando di attraversare autostrade e linee ferroviarie. Oggi alcune di queste zone di transizione, sebbene geograficamente ideali per aumentare la connettività tra tre grandi aree protette (PNALM, PRSV e PNM), si dimostrano prive di risorse alimentari adeguate e di zone di rifugio per l’orso bruno marsicano. Questo perché, soprattutto nella prima metà del 1900, hanno perso gran parte della loro copertura vegetale a causa del pascolo intensivo, dei tagli boschivi e degli incendi. Quindi, migliorare le aree di rifugio e incrementare le disponibilità di cibo rappresentano una strategia per favorirne la frequentazione e l’utilizzo da parte della fauna selvatica. Dal 2016 Salviamo l’Orso lavora in questi corridoi nell’ambito dei progetti “Corridoi faunistici” e “Il lato tagliente della conservazione”, monitorando la frequentazione e il passaggio della fauna locale. Questa iniziativa completerà lo sforzo sostenuto finora. I dati registrati dalle nostre fototrappole mostreranno quante specie, compreso il lupo appenninico, usufruiranno di questi luoghi anche come punti di interazione sociale.

La densità della popolazione dell’orso bruno marsicano nella sua area centrale (PNALM) è ottimale. L’unica strategia per consentire l’espansione e la crescita della popolazione è garantire passaggi sicuri fornendo anche fonti di cibo – attraverso il miglioramento delle catene trofiche – e aree rifugio. Molteplici studi sull’orso bruno marsicano hanno indicato gli incidenti stradali come una delle principali cause di mortalità e quindi il forte impatto che il traffico veicolare ha sulla fauna, a causa della frammentazione dell’habitat.

Grazie alla consulenza di Pietrantonio Costrini, esperto nel settore della coltivazione di piante da frutto e collaboratore di Salviamo l’Orso, sarà possibile reintrodurre in queste aree piante autoctone e molto resilienti, ripristinando così non solo il paesaggio e il patrimonio vegetativo originali, ma anche la connettività ecologica per favorire il passaggio della fauna locale. L’impiego di piante rustiche come il ribes appenninico (Ribes uva-crispa), il ramno alpino (Rhamnus alpina), il rovo (Rubus ulmifolius), il cerro (Quercus cerris) e il corniolo (Cornsus mas) consentirà di ricostituire la vegetazione all’interno di questi corridoi ecologici, aumentando le risorse trofiche per l’orso e garantendo così una maggiore possibilità di espansione della specie.

1.1 Aree d’intervento

Due corridoi faunistici nell’Appennino centrale d’Italia, che collegano il PNALM a nord (1) con il PRSV e ad est (2) con il Parco Nazionale della Maiella (PNM). Il progetto sarà realizzato nei territori comunali di Ortona dei Marsi (1) e Pettorano sul Gizio, nella Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio (2).

 

1.2 Obiettivo generale

Valorizzare l’habitat dell’orso bruno marsicano in due corridoi faunistici che collegano tre aree critiche di conservazione della specie, migliorando la disponibilità di cibo e le aree di rifugio con l’aumento delle piante da frutto autoctone.

1.2.1 Strategie

1. Produzione di nuove piante da frutto da talee in un vivaio da localizzare nella sede dell’Associazione a Gioia de Marsi.
2. Messa a dimora delle piante ottenute da talee e dispersione di “bombe di semi”, composte da torba, argilla, semi e fertilizzanti ecologici.
3. Monitoraggio dell’efficacia del progetto al fine di replicarlo in nuove aree.

Le tattiche elencate di seguito rappresentano le modalità di esecuzione delle strategie descritte sopra.

1.2.2 Tattiche

1a. Rilievo e analisi delle aree del progetto per l’identificazione delle specie adatte e del numero di piante mettere a dimora in misura sostenibile.
1b. Riproduzione in un vivaio, attraverso talee, dell’albero da frutto e delle specie arbustive selezionate sul territorio grazie agli ormoni radicanti. Le talee saranno prelevate durante l’autunno del 2019, quando le piante sorgente saranno inattive, e conservate in un vivaio per un anno per consentire al sistema radicale di svilupparsi correttamente e aumentarne la possibilità di sopravvivenza. Per evitare che le piante, oltre allo shock altitudinale, soffrano a causa della variazione del pH, sarà utilizzato del terreno prelevato direttamente dal luogo in cui saranno successivamente impiantati i tagli.

2a. Le talee radicate saranno piantate nell’autunno 2020 per garantire un approvvigionamento idrico sufficiente, tipico della stagione autunnale, necessario per la loro sopravvivenza nei primi mesi dopo il trapianto.
2b. I volontari dell’associazione si prenderanno cura del vivaio, piantando talee radicate e disseminando le bombe di semi. Le bombe di semi, costituite da un seme avvolto in un guscio di torba, argilla e miscele di fertilizzanti ecologici, saranno diffuse sul terreno a partire dall’autunno 2019.

3a. Fin dall’inizio dell’intervento, i volontari monitoreranno regolarmente la crescita delle piante e cureranno la creazione e l’aggiornamento di un database specifico;
3b. Sarà effettuato un monitoraggio regolare dei segni di presenza dell’orso attraverso osservazioni dirette e trappole fotografiche.
3c. Le attività saranno concentrate sulle aree in cui il progetto genererà delle fonti di frutta.

 

1.3 Cronoprogramma

Il progetto si svilupperà in un anno (2019-2020) dal punto di vista economico, mentre i risultati saranno misurabili dal 2020. Il cronoprogramma delle attività è il seguente:

AzioniMese / Anno
Consulenza tecnica su talee e raccolta di sementiAgosto 2019 – Novembre 2020
Produzione di talee, sementi e raccolta di terrenoAgosto – Novembre 2019
Produzione e diffusione di “bombe di semi”Settembre – Novembre 2019
Costruzione di vivai e monitoraggio della crescita delle taleeAgosto 2019 – Novembre 2020
Trapianto delle taleeOttobre – Novembre 2020
Relazione finale per PatagoniaNovembre 2020
Verifica del radicamento delle piante riprodotte da talea e delle
“bombe di semi”; verifica dei segni di presenza di orso nelle aree
di intervento: da marzo a settembre 2021
Da Marzo a Settembre 2021
1.4 Budget

Il budget stimato per “Connessioni verdi per l’orso” è di 8.250 USD, con la somma di 7.100 USD stanziata da Patagonia & Tides, e il resto a carico di Salviamo l’Orso, senza oneri per i Comuni interessati.

Relazioni

1.1 Analisi e monitoraggio dell’area di progetto al fine di identificare le specie ed il numero di piante utili per una reintroduzione sostenibile

Nel periodo agosto-settembre 2019 i volontari di SLO hanno monitorato i corridoi ecologici (Ph.1) che connettono il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) al Parco Regionale Sirente Velino (PRSV) a Nord e al Parco Nazionale della Maiella (PNM) a Est. È stata individuata un’area nel Comune di Ortona dei Marsi, all’interno del corridoio PNALM-PRSV, in cui focalizzare gli interventi. Tra settembre e novembre 2019, sotto la supervisione del consulente botanico di SLO, Dott. Pietrantonio Costrini, è stata collezionata una grande quantità di semi, talee e polloni dagli alberi locali. A ottobre, il Sindaco di Ortona dei Marsi ha rilasciato il permesso per la messa a dimora degli alberi. A novembre i volontari di SLO (Ph.2) hanno creato e diffuso 300 bombe di semi (Ph. 3, Ph. 4) e hanno iniziato a produrre le talee. Le bombe di semi erano costituite da semi di corniolo (Cornus mas) avvolte in un guscio di torba, argilla e fertilizzante ecologico. Oltre alle bombe di semi sono state seminate anche 300 ghiande di Quercus pubescens e Quercus petrae, dal momento che il consulente botanico ha valutato che l’altitudine e l’esposizione al sole fosse favorevole alla crescita di queste piante.

1.2 Riproduzione in vivaio per talea delle specie arboree e arbustive da frutto selezionate grazie agli ormoni radicanti

Tra settembre e novembre 2019 sono state ricavate 800 talee dalle piante quiescenti di Malus sylvatica, Cornus mas, Prunus domestica e Ramnus alpina e sono state tenute in un vivaio per un anno al fine di consentire al sistema radicale di svilupparsi adeguatamente e incrementare così la probabilità di sopravvivenza della pianta. Per facilitare questo processo sono stati utilizzati degli ormoni radicanti. Per evitare che le piante, oltre allo shock altitudinale, soffrissero per il cambiamento del pH, il suolo è stato prelevato direttamente dal luogo in cui in seguito sarebbe avvenuta la messa a dimora.

Purtroppo, a causa del periodo di lockdown per il contenimento della pandemia di COVID-19, tra marzo e maggio 2020 i volontari non hanno avuto la possibilità di innaffiare regolarmente le talee e il 30% di queste non hanno attecchito. A questo inconveniente si è sommata un’inaspettata siccità invernale, probabilmente legata al cambiamento climatico.

2.1 Trapianto delle talee radicate

Le talee radicate sono state piantate nell’autunno del 2020, tipicamente piovoso, per assicurare un apporto d’acqua sufficiente per la sopravvivenza delle piante nel primo mese dal trapianto. Sono stati piantati 100 polloni di Malus sylvatica, mostrando una grande vitalità.

Purtroppo, la scelta di non utilizzare dei tubi di plastica per recintare gli alberi, al fine di preservare l’integrità del paesaggio, ha causato la perdita di circa il 50% degli alberi a causa del pascolo e dello scortecciamento da parte dei cervidi.

Per questa ragione SLO ha deciso di acquistare 100 piante per sopperire alla perdita, scegliendo come specie il Ramnus alpina, più difficile da far riprodurre per talea, una pianta adattata a vivere su affioramenti rocciosi e falesie, dove la presenza degli erbivori è resa difficoltosa dal terreno ripido e brullo. Inoltre, le bacche prodotte da questi cespugli sono una parte fondamentale nella dieta dell’orso bruno marsicano nel periodo agosto-settembre, e ne influenzano gli spostamenti e il comportamento alimentare.

Ph. 5 - Talee nei vasi biodegradabili. / Cuttings in biodegradable jars.
2.2 Creazione e gestione di un vivaio

I volontari dell’associazione hanno creato e gestito un vivaio in cui sono state preparate un gran numero di talee radicate e di bombe di semi. Sfortunatamente le restrizioni legate alla pandemia di COVID-19 hanno fortemente limitato l’accesso dei volontari al vivaio nella primavera 2020 e questo ha danneggiato alcune piante. A maggio 2020 il vivaio è tornato operativo e i volontari hanno ripreso i lavori, decisi a portare avanti questa azione anche dopo il termine del finanziamento di Patagonia.

3.1 Monitoraggio dell’efficacia del progetto al fine di replicarlo in nuove aree

Fin dall’inizio del progetto i volontari hanno condotto un monitoraggio della crescita delle piante, creando e aggiornando un database. I trapianti e la diffusione dei semi si sono svolti principalmente in due aree (Mappa 1).

Nel giugno 2020 le talee e i polloni piantati in queste aree hanno mostrato un ottimo adattamento. Tuttavia, durante l’estate, forse per sopperire alla mancanza di erba fresca, cervi e caprioli hanno danneggiato seriamente le piante.  Per quanto riguarda le bombe di semi, i risultati saranno osservabili negli anni a venire, considerando il processo di vernalizzazione e la difficoltà di tracciare le piantine nell’erba alta.

Map 1 - Area di progetto. / Project areas.
3.2 Monitoraggio regolare dei segni di presenza dell’orso tramite osservazione diretta e fototrappolaggio

Dall’inizio del progetto il corridoio ecologico PNALM-PRSV è stato monitorato regolarmente due volte a settimana da 3 volontari in media. Abbiamo potuto notare come i segni di presenza siano aumentati nel 2020. Sono stati registrati 36 eventi (Mappa 3), contro i 10 del 2019 (Mappa 2). Ovviamente questo incremento non è legato all’aumento delle risorse alimentari, dal momento che le piante non hanno ancora dato frutti, ma mostra la potenziale idoneità di quest’area per la dispersione e l’insediamento degli orsi.

I massi ribaltati in cerca di invertebrati e delle loro uova sono stati i segni di presenza più comune. Questi segni sono stati riportati a giugno e luglio, quando la frutta è meno disponibile. Inoltre, alla fine di settembre 2020 una delle 8 fototrappole posizionate per il progetto ha registrato 3 orsi che si nutrivano su una carcassa di mucca nell’area di studio. In un’occasione due orsi sono stati filmati insieme (Ph. 9), probabilmente si tratta di due fratelli che si erano appena resi indipendenti dalla madre. Un terzo orso (Ph.10), un maschio adulto, si è nutrito della carogna, che ha attirato anche un branco di 6 lupi (Ph.11), dei grifoni (Ph.13) e un’aquila (Ph.12).

3.3 Monitoraggio delle aree in cui le piante da frutto sono state fornite dal progetto

Le aree in cui si sono sviluppati gli interventi sono state monitorate con particolare attenzione. Mentre in un’area più ampia i segni di presenza dell’orso sono stati più evidenti, non sono stati registrati segni di presenza nelle aree in cui abbiamo effettuato la semina e la piantumazione. Ciò è coerente con l’attuale assenza di risorse alimentari nel periodo tarda estate-inizio autunno, assenza che questo progetto mira a contrastare.

4. Conclusioni

L’iniziativa ha contribuito significativamente alla creazione di un vivaio di alberi da frutto selvatici nella sede operativa di Salviamo l’Orso a Casali d’Aschi, dando l’opportunità ai volontari di SLO di acquisire competenze ed esperienza per portare avanti questa attività in maniera indipendente e con fondi propri.

A causa delle chiusure per il contenimento della pandemia di COVID-19 e la competizione con gli erbivori, diversi alberelli sono andati persi, ma ora SLO ha gli strumenti e le capacità per sostituirli e raggiungere il principale obiettivo del progetto: migliorare la qualità dell’habitat dell’orso bruno marsicano nelle aree di connessione e facilitarne l’utilizzo, la frequentazione e la presenza stabile attraverso l’incremento della disponibilità di risorse alimentari e di aree rifugio.

Anche se la natura richiede del tempo per provare se questa strategia abbia avuto successo, le strategie adottate e l’aumento della presenza dell’orso nell’area ci hanno incoraggiato a rendere più funzionali i corridoi ecologici per questa specie unica degli Appennini centrali.

Report finanziario
Spese
(e.g. salari, affitti, materiale)
Speso
(in USD)
Budget previsto
(in USD)
TOTALE
7,133
7,100
Voce 1 – GPS Garmin 64st x 5
1,952.9
2,000
Voce 2 – Assicurazione per I volontari
1,093.9
1,130
Voce 3 – Barattoli biodegradabili (1.000 pezzi)
34.7
120
Voce 4 – Ormoni radicanti
69.7
230
Voce 5 – Strumenti di lavoro (guanti, cesoie x 20 persone)
457
340
Voce 6 – Argilla, terra e fertilizzanti ecosostenibili per le bombe di semi
735
600
Voce 7 – Rinfresco per i volontari
574
500
Voce 8 – Rimborso trasporti
694
500
Voce 9 – 8 fototrappole per il monitoraggio (incluse batterie al litio o esterne)
1,576
1,680