Sta circolando in queste ore la tremenda notizia del ritrovamento di due cuccioli di orso marsicano morti annegati in un bacino di innevamento artificiale nel Comune di Scanno. La nostra associazione aveva da tempo segnalato la pericolosità del luogo e la necessità di provvedere quanto prima alla messa sua messa in sicurezza rendendosi anche disponibile a pagare le relative spese. Già nel 2021, dopo averne informato il Comune, avevamo tentato con i nostri mezzi, e grazie ai nostri volontari, l’installazione di 4 rampe in metallo, una per ciascuna sponda del bacino, ancorate ai pochi pali ancora stabili della recinzione perimetrale in legno e rete, troppo bassa per evitare lo svalcamento da parte di orsi e della fauna selvatica. Dopo il primo intervento e le relative verifiche, avevamo però constatato che le rampe erano state severamente danneggiate e rese inutili per la loro funzione dalla neve e dal ghiaccio che le avevano dissaldate e trascinate in acqua. Così, nel luglio del 2022, considerato anche il rischio per le persone, l’associazione aveva allertato nuovamente l’Amministrazione di Scanno della necessità di intervenire con la realizzazione di una robusta recinzione perimetrale metallica, alta circa 3 metri e interrata di 50 cm (cosiddetta “paragatti”).
Le interlocuzioni con il Comune sono sempre state difficili e improntate ad un atteggiamento supponenete e finalizzato ad evitare qualsiasi tipo di spesa. Per questo decidemmo di farci carico, anche grazie ai fondi del progetto LIFE Bear – Smart Corridors, di parte del costo dei lavori mettendo a disposizione 8000 euro e sperando che, così facendo, l’amministrazione comunale decidesse di mettere in sicurezza in bacino. Dopo un anno di ulteriori ritardi, di solleciti scritti e di interlocuzioni infruttuose con i rappresentanti dell’amministrazione, il Comune ci chiese un ulteriore contributo finanziario per procedere. Salviamo L’Orso, a quel punto, decise di coinvolgere i colleghi di Rewilding Apennines così da poter mettere insieme la ragguardevole cifra di 14.000 euro offerta al comune di Scanno a metà ottobre 2023. A quel punto, anche il PNALM diede la sua disponibilità ad intervenire finanziariamente.
Tuttavia, ancora una volta, l’amministrazione si è distinta per la sua ignavia e per la noncuranza con cui tratta l’immenso patrimonio naturale da cui è immeritatamente circondata. Duole notare che, ancora una volta, ci siamo trovati a dover combattere contro chi non ha remore a parlare di orsi e fauna selvatica, usandoli come simboli e trofei per guadagnare il favore dei turisti, monetizzando la natura e sfruttandone la bellezza, ma che quando poi è il momento di agire si nasconde e fa orecchio da mercante. Ci chiediamo, oggi più che mai, come ci si possa vantare di essere parte della Terra degli orsi, un paese che probabilmente in pochi conoscerebbero al di fuori dei confini abruzzesi se non fosse stato per l’orsa Gemma, anch’essa eletta a simbolo solo per meri fini di attrattività turistica. Qualcuno dirà che siamo stati facili profeti e invece abbiamo solo seguito la ragione e la scienza che ci suggeriva l’importanza di mettere in sicurezza il territorio. Una necessità su cui abbiamo insistito per ben 4 anni con un’amministrazione comunale incapace ed irresponsabile come quella di Scanno che, oggi, avrebbe potuto essere impegnata a preoccuparsi di come difendersi dall’aver ferito, anche in modo grave, una persona e non due orsacchiotti la cui unica colpa è stata quella di camminare nel territorio che condividevano con l’essere umano.
L’evento tragico ci conferma che, per quanto ci si possa sforzare e per quanto duramente si possa lottare, la conservazione passa necessariamente dalla condivisione degli intenti e degli obiettivi tra enti e istituzioni, oltre che con le comunità locali. Negli ultimi anni abbiamo messo in sicurezza più di venti tra vasche e pozzi e abbandonati. Per uno di questi interventi, l’associazione Rewilding Apennines è stata addirittura citata in un esposto con l’accusa di aver danneggiato una vasca di raccolta inutilizzata nel Parco Regionale Sirente Velino e interrogata dai Carabinieri Forestali di Secinaro, a dimostrazione che in un paese come il nostro vale ancora il detto “se non fai, non sbagli mai”.
Oggi rimane la magra consolazione che, nonostante tutto, tante di queste trappole sono state disattivate grazie ai fondi ed all’impegno di privati cittadini che operano nell’interesse di intere comunità abbandonate da amministrazioni vergognose come quella di Scanno. Ci auguriamo che quanto accaduto serva da monito e che le vasche rimaste aperte e accessibili in altri luoghi di queste montagne vengano messe quanto prima in sicurezza e che inizi al più presto il tempo dell’azione”.
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