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NOTSM – Prossimo appuntamento: Il ricorso in appello al Consiglio di Stato!

5 Giugno 2022 | Non categorizzato

TSM – Non sarà una discutibile sentenza del TAR che renderà utile il Progetto TSM per la società reatina di nuovi impianti di risalita in area protetta dalla Rete Natura 2000.
Con una sentenza frutto di interpretazioni molto azzardate e che glissa sulla maggior parte dei rilievi fondamentali proposti dai ricorrenti, il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso proposto da sei associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (CAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Salviamo l’Orso, WWF Italia) nonostante le loro motivazioni fossero solide e ancorate alla tutela dell’interesse pubblico.

La sentenza è peraltro in palese contrasto con quanto rilevato dal Ministero della Transizione Ecologica in merito alla incompatibilità del Progetto TSM con la normativa europea di tutela della Rete Natura 2000. Non è certo una bella notizia, ma non sarà neppure il viatico definitivo di un progetto che va contro l’ambiente e il paesaggio del Terminillo, incapace di interpretarne le potenzialità ma purtroppo suscettibile di ipotecarne il futuro andando contro quello sviluppo sostenibile che le amministrazioni regionale e locali continuano a non mettere al centro della propria azione.

Il ricorso era fondato su aspetti rilevanti quali il devastante impatto ambientale su ambienti protetti a livello comunitario e la violazione delle norme di pianificazione paesaggistica ed urbanistica che ne tutelano l’integrità.

Inoltre, come sosteniamo da quando il Progetto TSM ha visto la luce, la sua insostenibilità è anche economica, e non vi sarà nessuna sentenza del TAR che potrà aggirare questo ostacolo.

Ai rilievi sul fallimentare bilancio economico del TSM e sulla fragilità – per non dire inconsistenza – della sua capacità di produrre sviluppo di alcun tipo, la Regione Lazio non ha mai dato risposte e continua a non darne.

Questa rinuncia dell’amministrazione pubblica a valutare l’efficacia dei progetti che finanzia si sta purtroppo riproponendo anche nell’attuazione del PNRR, che ospita progetti – non certo tutti, ma molti – che si tradurranno in un inutile spreco di risorse pubbliche e che affosseranno lo sviluppo, piuttosto che promuoverlo.

Rimaniamo convinti che il Terminillo meriti ben altro e i segnali in tal senso sono chiarissimi: lo sci invernale è agonizzante da decenni, e non certo per l’azione degli ambientalisti, come si vorrebbe far credere, mentre il cambiamento climatico rende e renderà sempre più anacronistico il suo rafforzamento a quote basse come quelle del Terminillo. Al contrario, le migliaia di persone che hanno frequentato questo massiccio montuoso durante la pandemia (e che continuano a farlo) sono testimoni dell’attrattività di altre forme di fruizione basate sulla natura come il trekking multistagionale, una pluralità di pratiche sportive e ricreative, l’ospitalità diffusa e la qualità delle produzioni locali; tutti aspetti che il TSM ignora puntando esclusivamente a realizzazioni infrastrutturali che aggiungeranno relitti a quelli già presenti sul Terminillo.

Questa sentenza del TAR non metterà quindi la parola fine a una visione diversa del futuro del Terminillo, visione interprete di uno sviluppo sostenibile e che, in nome delle generazioni future, vedrà ulteriormente incrementare il nostro consapevole impegno nel concretizzarla.

Le associazioni: Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano Sez. Leonessa, Italia Nostra – Sabina e Reatino, Salviamo il Paesaggio – Lazio e Rieti, FederTrek – Escursionismo Ambiente, Salviamo l’Orso, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Postribù, WWF Lazio, Balia dal Collare