Mentre in Abruzzo e Molise si discute già del prossimo calendario venatorio il passaggio di un orso marsicano viene documentato da una fototrappola di un socio di Salviamo l’Orso tra Capracotta e Pescopennataro in un’area che l’associazione ha individuato da tempo come un importante corridoio ecologico che garantisce la comunicazione tra Parco Nazionale della Majella e PNALM.
Per questo grande mammifero, il più grande della fauna italiana, la possibilità di muoversi agevolmente tra le aree protette dell’Appennino abruzzese e molisano è assolutamente necessaria a garantire la sua sopravvivenza. Solo espandendo il suo areale, cosi come si afferma nel PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) la specie sarà in grado di incrementare i suoi numeri esigui (50-55 esemplari) ed arrestare l’inevitabile deriva genetica che ne consegue.
Ecco perchè Salviamo l’Orso chiede con forza alle Regioni Abruzzo e Molise di garantire al plantigrado la necessaria tranquillità nelle aree che seppur aperte all’attività venatoria sono fondamentali per garantire la connessione tra aree protette. Noi non pretendiamo il divieto di caccia ma chiediamo solo una mitigazione delle modalità di caccia al cinghiale, il divieto della “braccata”, la pratica più impattante che può mettere a rischio non solo la presenza dell’orso ma provocare anche l’abbattimento dell’animale per errore.
Crediamo che lo spettacolo che il video di Antonio Liberatore mostra meriti di essere salvaguardato per le generazioni future e per tutti coloro che amano la natura selvaggia del nostro Appennino. Siamo altresì sicuri che la stragrande maggioranza dei cacciatori molisani la pensino come noi e siano disposti a qualche piccolo sacrificio in favore di un’animale che abbiamo ancora la fortuna ed il privilegio di ospitare, unico paese in Europa occidentale che insieme alla Spagna può ancora vantarsene!