Direttore e Presidente del Parco Nazionale della Majella rispondano alle associazioni ed al Ministero dell’Ambiente che chiedono spiegazioni.
Il Parco Nazionale della Majella ha rilasciato nel 2015 un incredibile nulla osta per la costruzione di una seggiovia nel comune di Gamberale, all’interno del perimetro dell’area protetta, ignorando completamente la presenza di ulteriori vincoli e ogni ragionevole principio di precauzione a cui ogni Ente pubblico ha il dovere di attenersi, in particolare gli Enti che si occupano di protezione della natura.
Infatti, l’area in esame situata all’interno del Parco Nazionale della Majella è soggetta al vincolo paesaggistico, ricade nella Zona di Protezione Speciale denominata Parco Nazionale della Majella, fa parte dell’IBA (Important Bird Area) “Majella, Monti Pizi e Monti Frentani” ed è posta sul confine del SIC “Monti Pizzi-Monte Secine”, estendendo così il suo impatto anche a quest’ulteriore tassello della Rete NATURA 2000. Come se tutto ciò non bastasse, rientra nella core area del PATOM e in una delle due macro zone (A-B) designate dalla Regione Abruzzo per non compromettere l’habitat dell’orso, dove è vietata, per esempio, la costruzione di impianti eolici.
Va inoltre rilevato che l’impianto viene proposto in sostituzione di un vecchio skilift fallito, in disuso da oltre 15 anni, il cui smantellamento adesso si vorrebbe far pagare ai contribuenti.
Durante tutti questi anni l’area si è rinaturalizzata ed ha registrato in tempi recentissimi una lenta e graduale ricolonizzazione da parte di alcuni esemplari di orso marsicano, che risultano essere stati recentemente campionati geneticamente dal Servizio Scientifico del Parco Nazionale della Majella in tutto quel comprensorio che si estende tra i comuni di Pizzoferrato, Quadri e Gamberale appunto. Comprensorio che è anche corridoio di collegamento ed espansione dell’orso tra PNALM e PNM e dove si contano segnalazioni di femmine con i piccoli al seguito, un dato questo che conferma la presenza di almeno un sito di svernamento e la frequentazione dell’area da parte della specie durante tutto l’anno. Si tratta, quindi, un’area tipicamente montana caratterizzata da ampie superfici destinate a pascolo d’altura con presenza di essenze fruttifere arbustive intervallate da fitte macchie boschive di faggeta, un habitat perfetto per l’orso bruno marsicano che vi trova zone di rifugio e di nutrimento e che gli organi dirigenti del Parco Nazionale hanno deciso di sacrificare al Sindaco di turno, che si illude di trasformare Gamberale (1400 m s.l.m.) in una stazione di sci da discesa, evidentemente non contento del fallimento plateale della precedente sciovia… Tutto questo con un finanziamento pubblico, come se in un Abruzzo martoriato dagli eventi metereologici dell’inverno appena trascorso mancassero le occasioni per spendere meglio ed in maniera più produttiva quel denaro a favore delle comunità che lo abitano, e non di coloro i quali soggiornano nella seconda casa a Gamberale 15 giorni l’anno e sognano contro ogni logica di poterci anche sciare!
Che il Sindaco provi ad inseguire le sue illusioni non è cosa che ci sorprende, considerate la cura e la sensibilità ambientale che i nostri amministratori locali dedicano in genere ai loro territori. La VINCA del progetto a cura del Comune ne è un perfetto esempio (vi si proclama che l’orso marsicano si nutre di pesce…), ma che il Direttore ed il Presidente del Parco Nazionale della Majella avallino il progetto è francamente vergognoso, a meno che non si siano scordati i fini per cui fu istituito il Parco Nazionale. Ma non solo, si comportano come se fossero alla guida di un’autonoma repubblica, visto e considerato che è dallo scorso Novembre ormai che costoro (l’Arch. Oremo Di Nino ed il Dott. Franco Iezzi, rispettivamente Direttore facente funzioni e Presidente dell’Ente Parco) ignorano le numerose note del Ministero dell’Ambiente che chiede legittimamente spiegazioni riguardo il famigerato nullaosta (Prot. 8099/2015)… Insomma, che non rispondano a noi ce lo aspettavamo, visto il sussiego ed il disinteresse che hanno sempre mostrato verso i cittadini e le associazioni ambientaliste, ma che non rispondano al loro Ente di vigilanza è cosa che ci lascia basiti e che ci auguriamo il Ministero censuri pesantemente!
SALVIAMO L’ORSO Onlus
Pescara 10/04/2017