Mercoledì 11 settembre i volontari di Salviamo l’Orso, di Rewilding Apennines e della Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS hanno battuto alcuni boschi nel territorio comunale di Introdacqua in cerca di lacci usati dai bracconieri per la cattura indiscriminata della fauna selvatica. Per fortuna mercoledì scorso non è stata trovata nessuna trappola. Stefano Orlandini, Presidente di Salviamo l’Orso, dichiara: “Le tre associazioni hanno deciso di attivarsi in seguito al ritrovamento nel giugno scorso della carcassa di un cinghiale strangolato da un laccio proprio nell’area recentemente oggetto d’ispezione. Vogliamo così impedire che altri animali trovino la morte in maniera altrettanto atroce e inutile, dal momento che le prede sono spesso lasciate sul posto a putrefarsi, e dare un segnale concreto per contrastare questa pratica illegale e crudele che può minacciare anche specie in via d’estinzione come l’orso marsicano”. Purtroppo, i casi di orsi uccisi dai lacci non sono rari. Nel novembre 2016 proprio Salviamo l’Orso aveva segnalato al servizio scientifico del PNALM un esemplare di orso con un laccio al collo, poi catturato nel settembre 2017, medicato e liberato dal personale del Parco. Invece, nel maggio 2018 il servizio sorveglianza del PNALM rinveniva nel territorio di Picinisco dei resti attribuiti a orso, che secondo alcuni indizi, come lo sfregamento evidente della corteccia di un albero lì vicino, sarebbe rimasto ucciso in un laccio. L’episodio è riportato nel Rapporto Orso Marsicano 2018.
I volontari delle suddette associazioni intendono ripetere quest’azione di prevenzione del bracconaggio anche in altre stagioni sia nella stessa area sia in zone limitrofe.