Comunicato stampa del 2/10/23
Enel vuole bucare pure il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Le associazioni scrivono al Ministero, al Parco e agli altri enti chiedendo di archiviare il progetto, che viola tante norme.
Enel Produzione S.P.A. lo scorso febbraio ha avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale nazionale per un progetto di realizzazione di nuovi impianti attraverso lo scavo con esplosivo di oltre 2 km di gallerie e di una grande caverna tra il Lago di Campotosto e quello di Provvidenza in pieno territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga, al fine di potenziare i pompaggi di acqua tra i due laghi.
La stessa società nella documentazione depositata ammette che “i volumi drenanti e conseguentemente abbassando ulteriormente il livello di falda”.
Secondo i tecnici di Enel “Le nuove opere aumenteranno l’effetto di drenaggio profondo e potranno pertanto estendere il cono di influenza della perturbazione. Le sorgenti captate più prossime alla centrale (Sferraccione alto e basso e Mattone) distano circa 2-2.5 km, a quote superiori da 200 m a 380 m rispetto al fondo dello scavo sotterraneo, non si può pertanto escludere che lo scavo possa produrre una interferenza con una riduzione delle portate.”
Per quanto riguarda le acque superficiali, i tecnici di Enel dicono testualmente che “Le fasi di cantiere possono essere fonte di impatto a causa della possibile perdita di sostanze inquinanti che potrebbero compromettere la qualità delle acque del lago Provvidenza e quelle del fiume Vomano.”
Aggiungiamo noi, dove c’è un potabilizzatore, quello di Piaganini, che fornisce di acqua potabile tutta la provincia di Teramo e centinaia di migliaia di persone. Peccato che i tecnici di Enel si siano proprio dimenticati di questo piccolo particolare…
Secondo il progetto si produrranno circa 250.000 mc di inerti.
En passant citiamo anche altre questioni rilevanti, dall’effetto di estremizzazione delle già pesanti oscillazioni del livello dei due laghi all’esistenza ammessa dagli stessi tecnici di faglie mappate dall’INGV.
Sette associazioni: Stazione Ornitologica Abruzzese, Salviamo l’Orso, LIPU, Altura, Italia Nostra, Mountain Wilderness e Gruppo di Intervento Giuridico, hanno quindi scritto a tutti gli enti, dal Ministero dell’Ambiente al Parco nazionale del Gran Sasso, per chiedere l’immediata archiviazione del progetto che viola palesemente numerose norme della Legge quadro sulle Aree Protette 394/1991 nonché il Piano del Parco. Tra queste il divieto di alterazione del ciclo delle acque, quello relativo all’asportazione di minerali, quello concernente l’uso di esplosivi e quello sull’alterazione della qualità di acqua e aria.