Le associazioni Salviamo L’Orso, WWF Lazio e Mountain Wilderness hanno diffidato la Regione Lazio dal concedere qualsiasi proroga dell’autorizzazione che il comitato per la valutazione ambientale aveva rilasciato per il progetto Terminillo Stazione Montana. La notizia della richiesta di proroga – o del rinnovo del parere positivo di Valutazione di Incidenza – è emersa grazie agli organi di stampa che hanno ricordato nessuna delle prescrizioni previste nel parere positivo che autorizzava gli interventi del progetto sia stata mai oggetto di avvio o di verifica di ottemperanza nei termini temporali previsti dalla legge. Quindi, ad oggi, il parere stesso è destinato a scadere il 31 Dicembre prossimo.
Il progetto “Terminillo Stazione Montana” è un piano di sviluppo turistico che prevede nuovi impianti sciistici, infrastrutture e interventi urbanistici sul Monte Terminillo, con l’obiettivo di rilanciare il turismo invernale e rendere l’area una grande stazione sciistica dopo che, per anni, è finita nel dimenticatoio anche da parte degli sciatori della domenica provenienti, soprattutto, da Roma e dintorni.
Il progetto di rilancio e costruzione di nuove infrastrutture è considerato pericoloso per l’ambiente perché comporta il disboscamento di aree naturali, la frammentazione degli habitat e un forte consumo di acqua ed energia, soprattutto per l’innevamento artificiale. In particolare, le associazioni sono preoccupare sia per la prevista eliminazione di 17 ettari di faggeta che per la riduzione dell’habitat dell’orso bruno marsicano che, come sappiamo, è gi costretto a combattere con la frammentazione e la scomparsa del suo habitat. A questo si aggiunge l’insostenibilità economica dei nuovi impianti che, situati a quote inferiori ai 1900 metri, rischiano di essere poco utilizzabili a causa della copertura nevosa anno dopo anno sempre meno abbondante. Inoltre, il Terminillo è un ecosistema montano delicato, ricco di biodiversità, già minacciato dal cambiamento climatico: investire sullo sci tradizionale in un’area con nevicate sempre più scarse rischia di essere insostenibile e dannoso, oltre che causare potenzialmente l’arrivo di un turismo di massa che potrebbe causare danni ambientali duraturi e difficili da recuperare.
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Foto di copertina: Frontiera Rieti

