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Riforma della caccia nella legge di bilancio: appello al Presidente Mattarella

30 Ottobre 2025 | comunicati stampa

Cinquantacinque associazioni, tra cui Salviamo L’Orso, hanno inviato una lettera urgente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per denunciare le manovre politiche tra governo e maggioranza volte a introdurre modifiche alla normativa sulla caccia attraverso la Legge di Bilancio, uno strumento giudicato “assolutamente improprio” per materia e finalità e già sfruttato nel 2023.

Secondo quanto riportato nella lettera, alcuni esponenti della maggioranza, in un’operazione presumibilmente concordata con l’esecutivo, intendono inserire sotto forma di emendamenti alla Legge di Bilancio alcuni passaggi del Disegno di Legge AS 1552, attualmente in discussione al Senato, che mira a deregolarizzare l’attività venatoria.

Le associazioni avvertono che gli emendamenti proposti riguardano temi estremamente delicati per la tutela della fauna selvatica e la conservazione della biodiversità, prevedendo tra l’altro la caccia agli uccelli durante la migrazione preriproduttiva e la cattura di piccoli uccelli selvatici da usare come richiami vivi.

Tra le misure previste, inoltre, figurano:

– l’estensione potenziale dell’attività venatoria in aree tradizionalmente escluse, comprese le zone demaniali, foreste statali o pubbliche, e altri territori oggi vincolati;
– la riduzione del peso del parere tecnico-scientifico di enti indipendenti come ISPRA nella definizione delle specie cacciabili e del calendario venatorio, con maggiore margine decisionale attribuito ad enti politici o amministrativi;
– modifiche ai limiti temporali dell’attività venatoria, con possibili aperture in periodi sensibili per la riproduzione della fauna selvatica;
– l’inserimento di tali norme tramite emendamenti nella manovra di bilancio, con la critica da parte di associazioni per l’uso improprio dello strumento di bilancio per temi di ordine normativo e ambientale. 

E’ nostro parere condiviso con i colleghi e le colleghe della associazioni firmatarie che le modifiche proposte costituiscano violazioni gravi della Direttiva europea “Uccelli”, già causa in passato di procedure di infrazione e condanne contro l’Italia da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, poi risolte proprio grazie alle norme che ora si vogliono modificare. A tal proposito, vogliamo ricordare il recente episodio di bracconaggio che ha coinvolto due Ibis eremita, specie gravemente minacciata di estinzione e protagonista di un progetto di reintroduzione nel nostro paese,  uccisi a fucilate nel lecchese dopo solo un’ora di volo all’interno dei confini nazionali. 

Le organizzazioni ricordano, inoltre, che tali modifiche si porrebbero in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione, che riconosce la tutela della biodiversità tra i principi fondamentali della Repubblica. L’inserimento di norme di questo tipo nella Legge di Bilancio, denunciano, rappresenterebbe un uso distorto dello strumento legislativo, che per sua natura dovrebbe occuparsi esclusivamente di materie economiche e finanziarie. Ma al Governo, com’è chiaro ormai da mesi, sono più cari gli interessi della lobby della caccia che il diritto della natura di (r)esistere. A tal proposito, è bene anche sottolineare che secondo un report pubblicato da Legambiente nel 2022,  tra il 2009 e il 2020, in Italia sono stati accertati  35.500 illeciti, 2.960 ogni anno, quasi 250 al mese. Atti compiuti contro la natura e, di conseguenza, contro ognuno di noi. 

Come se questo non bastasse, qualora si decidesse di procedere inserendo modifiche alla Legge quadro sulla fauna selvatica e sull’attività venatoria (L.157/92) nella Legge di Bilancio,  potremmo inoltre incorrere in un’ennesima procedura d’infrazione europea (INFR(2023)2187) a carico dell’Italia.

Per questi motivi, le 55 associazioni si rivolgono al Capo dello Stato chiedendo un suo intervento a tutela della Costituzione, della correttezza procedurale e dei principi democratici, invitandolo a dissuadere il Governo dal portare avanti un’iniziativa giudicata lesiva nella forma e nella sostanza della tutela ambientale e dei valori fondamentali della Repubblica.