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Aver Cura dei Cani Salva gli Orsi

Campagna straordinaria di vaccinazione dei cani randagi e da lavoro nell’areale dell’orso bruno marsicano

Un progetto di Mario Cipollone e Adriano Argenio

 

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La tutela della residua popolazione di orso bruno marsicano è indissolubilmente legata a una corretta gestione sanitaria degli ecosistemi nei quali questa specie sopravvive. Le popolazioni relitte, qual è quella in oggetto, hanno una scarsa capacità di adattamento a variazioni ambientali improvvise, una delle quali può essere rappresentata proprio dall’introduzione di un nuovo agente patogeno o dalla maggiore aggressività di patogeni già presenti. L’elevata vulnerabilità della popolazione di orso bruno marsicano, dovuta alla scarsa variabilità genetica e al numero esiguo di esemplari, obbliga a non sottovalutare nessun segnale proveniente dall’ambiente.

Alcune delle malattie potenzialmente pericolose per gli orsi, quali cimurro, parvovirosi, leptospirosi, epatite infettiva, possono essere trasmesse dai cani. Il pericolo di trasmissione può essere ridotto al minimo con le vaccinazioni e la corretta gestione dei cani.

 

Sede del progetto

Il Progetto interessa l’areale di distribuzione attuale dell’orso bruno marsicano così come indicato dal PATOM. È un’area con una superficie complessiva di 1.500 – 2.500 kmq, estesa su tre Regioni (Abruzzo, Molise e Lazio), che da un punto di vista sanitario interessa i territori di competenza di:

  • 3 Servizi Veterinari Regionali,
  • 2 Istituti Zooprofilattici Sperimentali,
  • 5 ASL.

Tab n. 1. Suddivisione amministrativa dell’areale dell’orso bruno marsicano.

L’attenzione si concentra soprattutto nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e della sua Zona di Protezione Esterna, poiché rappresenta la core area dell’areale dell’orso.


Area Tematica interessata dal Progetto

Conservazione della diversità genetica, delle specie e degli ecosistemi.


antonio-liberatore-1Rilevanza del progetto

L’orso bruno marsicano è una specie ombrello, necessita di habitat vasti e articolati per poter sopravvivere, quindi le azioni di gestione sanitaria rivolte a questa specie hanno ricadute positive anche sulla conservazione delle altre specie selvatiche (in primis il lupo) e domestiche che vivono nello stesso contesto ambientale e danno anche indicazioni sanitarie utili per la gestione delle attività umane tradizionali, come la zootecnia.

Nel 2014 il Progetto si è svolto in collaborazione con l’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo, già impegnata nello svolgimento dell’Azione C2 del Life ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”.

 

Articolazione del progetto

Il progetto intende:

  1. porre in atto una strategia operativa e gestionale che consenta di incentivare l’iscrizione all’anagrafe canina e la vaccinazione dei cani randagi e da lavoro che vivono nell’areale dell’orso bruno marsicano;
  2. promuovere la conoscenza e la tutela dell’orso bruno marsicano;
  3. coinvolgere e orientare le Istituzioni verso un adeguato impegno finanziario e di responsabilità per il controllo del randagismo canino nell’areale dell’orso bruno marsicano.

Gli obiettivi suindicati saranno raggiunti attuando le seguenti azioni:

  1. Una campagna straordinaria di vaccinazione e di iscrizione all’anagrafe canina dei cani randagi e da lavoro presenti nell’areale dell’orso bruno marsicano.20151122_slo_009

Su indicazione del Comune competente, si individua un ambulatorio in cui eseguire le iscrizioni all’anagrafe canina e le vaccinazioni dei cani da lavoro. Si stila un calendario di presenza nei principali Comuni present
i nell’areale dell’orso bruno marsicano, coordinandosi con i Sindaci e con i Servizi Veterinari delle Asl di competenza. Le giornate per le vaccinazioni sono puntualmente pubblicizzate sul sito e sulla pagina facebook dell’associazione Salviamo l’Orso e sulle pagine dei quotidiani locali.

Nell’anno 2014 i vaccini sono stati forniti dall’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo, nell’ambito dell’Azione C2 del Life ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”, mentre con i fondi del Progetto si provvederà ad acquistare i microchip.

In ogni Comune è presente un medico veterinario, indicato di volta in volta dall’Ordine Provinciale dei Medici Veterinari di riferimento, per l’iscrizione all’anagrafe canina e la vaccinazione dei cani. La presenza di un medico veterinario è anche l’occasione per fornire preziosi consigli ai proprietari dei cani.

  1. Una campagna di sensibilizzazione dei proprietari dei cani presenti nell’areale dell’orso bruno marsicano.

L’Associazione “Salviamo l’orso” mette in atto una campagna di sensibilizzazione per invitare i proprietari dei cani presenti nell’area di presenza dell’orso a vaccinare i propri animali e a non lasciarli liberi se non sotto stretto controllo.

Sono previsti interventi sui principali quotidiani locali e almeno un intervento in una scuola in ogni comune in cui hanno luogo le vaccinazioni. Questa è anche l’occasione per parlare della conservazione dell’orso bruno marsicano, cercando di sensibilizzare, soprattutto le nuove generazioni, sull’importanza della fauna selvatica per l’equilibrio di tutti gli ecosistemi.

  1. Azione di lobby per coinvolgere ed orientare le Istituzioni verso un adeguato impegno finanziario e di responsabilità per risolvere l’annoso problema del randagismo nell’areale dell’orso bruno marsicano.

antonio-liberatoreSi organizzano incontri mirati con i Sindaci dei Comuni interessati per cercare di trovare una soluzione condivisa al problema del randagismo, dato che le campagne di vaccinazione dei cani e di sensibilizzazione dei cittadini sono un’arma spuntata se non accompagnate da interventi gestionali che permettano di ridurre il numero di cani liberi di circolare senza controllo nell’areale dell’orso bruno marsicano.

La Società Anglo-Italiana per la Protezione degli Animali (AISPA) è un’organizzazione non-profit con sede nel Regno Unito. Dal 1952, raccoglie fondi ogni anno in tutto il mondo e li destina al finanziamento di associazioni del terzo settore che si dedicano alla protezione degli animali in Italia.

Solo nel 2015 hanno dato sostegno finanziario e guida ad oltre 30 progetti, aiutandoli a prendersi cura di migliaia di animali in Italia.

Il progetto di Salviamo l’Orso Aver Cura dei cani salva gli orsi è uno dei progetti sostenuti da AISPA.

Per maggiori informazioni su AISPA: http://aispa.org.uk/

 

Budget

8.000 USD da Patagonia & Tides Foundation

 

Durata del progetto

2014-2015

 

NB: Una donazione di 6.000 GBP da AISPA (Anglo-Italian Association for the Protection of Animals) ha consentito di protrarre il progetto anche nel bienno 2015-2016.

Relazioni 2014 - 2019

1. Promozione della campagna di vaccinazione e microchippatura nell’area di intervento

Le azioni di vaccinazione e microchippatura sono state puntualmente promosse e pubblicizzate attraverso la diffusione di poster nell’area di intervento e da banner sulla pagina Facebook di Salviamo’Orso.

In collaborazione con le autorità locali, i poster per la promozione degli interventi sono stati stampati ed affissi nelle città nelle quali è stato condotto il programma di vaccinazione e microchippatura.
Lo slogan in alto recita: “Il cane vaccinato è il miglior amico dell’orso!

 

2. Vaccinazioni

Le vaccinazioni sono state eseguite da veterinari professionisti. I cani non presenti nel Registro dell’Anagrafe Canina sono stati microchippati e registrati.

 

Parco Naturale Regionale del Sirente-Velino (PNRSV) – Provincia dell’Aquila

 

 

 

 

 

 

Nel 2015 nel Parco Regionale del Sirente-Velino, il veterinario Giuseppe Cotturone ha vaccinato 87 cani provenienti da diversi allevamenti di ovini e caprini, sulle montagne di Celano, Ovindoli e Rocca di Mezzo, e ha vaccinato e microchippato altri 150 cani a Magliano dei Marsi e in altri comuni.

 

Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio (RNRMGAG)

 

 

 

 

 

 

 

Nel Novembre del 2015 il veterinario Fabio Lo Foco ha vaccinato 19 cani e ne ha microchippati 12 tra Pettorano sul Gizio e Rocca Pia, nel PNRMGAG, un’area di vitale importanza per il futuro dell’orso perché rappresenta un corridoio faunistico tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale della Majella. Potrebbero essere stati vaccinati e microchippati molti più cani, ma l’inconsapevolezza e la negligenza di alcuni cittadini e amministratori locali non lo hanno reso possibile finora.

 

3. Presentazione dei risultati del progetto

 

 

 

 

 

 

 

Il 20 giugno 2015 Salviamo l’Orso ha partecipato ad un Erasmus Plus rivolto alle associazioni a Saragozza, in Spagna. Durante il workshop Salviamo l’Orso ha presentato il progetto “Caring for dogs saves the bear” (avere cura dei cani salva gli orsi) e altri progetti di conservazione ad un pubblico internazionale.

Il 18 agosto 2015 Salviamo l’Orso ha presentato questo stesso progetto a Rocca Pia come una delle azioni del progetto di Bear Smart Community (Comunità a Misura d’Orso) nella Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.

di Dott. Luca Tomei, DVM
Medico Veterinario di Salviamo l’Orso ONLUS

 

L’attività medico veterinaria svolta nel 2017 da Salviamo l’Orso si è concentrata nella vaccinazione dei cani da lavoro delle aziende zootecniche presenti nei territori al confine con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Più precisamente: nella Valle Roveto, corridoio naturale per l’espansione dell’orso bruno marsicano sui Monti Ernici e Simbruini, e nella Marsica, zona di passaggio verso il Parco Regionale Sirente Velino. Le vaccinazioni, effettuate dal Dott. Luca Tomei, medico veterinario volontario dell’associazione, sono state eseguite nei confronti delle principali malattie infettive del cane, trasmissibili anche ai carnivori selvatici, lupo e orso in particolare. La campagna di vaccinazione aveva come scopo l’immunizzazione dei cani da lavoro che operano nelle zone esterne al PNALM, e rappresenta una prosecuzione dell’attività svolta nel 2016 in collaborazione con il PNALM ed ENPA all’interno dei territori del Parco e nella ZPE.

Nella Valle Roveto, nel 2017 frequentata da ben 6 orsi, di cui una femmina con tre cuccioli, sono state raggiunte 13 aziende zootecniche, alcune situate oltre i 1.000 metri di quota, distribuite sui territori di 4 comuni. In totale sono stati vaccinati 31 cani di proprietà, quasi tutti pastori abruzzesi. Nella Marsica, l’attività si è svolta nel paese di Rosciolo dei Marsi, dove sono stati vaccinati 25 cani delle aziende zootecniche locali, anche in questo caso quasi tutti pastori abruzzesi. Sono stati utilizzati i vaccini avanzati dalla campagna del 2016. Una parte di questi vaccini, inutilizzati anche nelle attività del 2017, sono stati donati da Salviamo l’Orso al canile rifugio di Lecce nei Marsi, allo scopo di promuovere la tutela sanitaria dell’ambiente dell’orso bruno marsicano.

Pur se con buoni risultati, visto che la stragrande maggioranza dei cani trattati non era mai stata vaccinata, l’attività in Valle Roveto andrà sicuramente ampliata nei prossimi anni, cercando di coinvolgere maggiormente le aziende zootecniche del territorio. Infatti, in molte non hanno aderito, nonostante l’azione d’informazione abbia preceduto di un mese l’inizio della campagna di vaccinazione mediante affissioni in tutti i paesi della valle e il passaparola tra gli allevatori. Alcune per reticenza, altre perché non informate.

Sarebbe auspicabile per l’anno 2018, un impegno da parte del PNALM nel favorire la ripetizione della campagna vaccinale. Impegno non tanto economico, ma soprattutto logistico di informazione agli allevatori, in modo da coinvolgere un numero più consistente di aziende e coprire maggiormente la Valle Roveto, zona sempre più importante per il futuro dell’orso. Inoltre, si potrebbe estendere l’attività anche alla registrazione dei cani sprovvisti di microchip per contrastare il fenomeno del randagismo canino e responsabilizzare maggiormente gli allevatori.

di Dott. Luca Tomei, DVM
Medico Veterinario di Salviamo l’Orso ONLUS

 

L’orso bruno marsicano rappresenta un’entità unica, che vive, si nutre, si riproduce solo ed esclusivamente sulle nostre montagne. Un patrimonio unico da tutelare e preservare in cui tutte le figure coinvolte nella gestione devono necessariamente fare la propria parte. Per uscire dal pericolo dell’estinzione, l’orso bruno marsicano deve espandersi dai territori del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ormai non più in grado di consentire un aumento numerico della popolazione perché hanno raggiunto una tra le maggiori densità di orsi in Europa, e riconquistare i suoi vecchi habitat: le aree naturali dei monti Ernici-Simbruini, i territori della Majella, del Sirente Velino, del Gran Sasso Laga, fino ai Monti Sibillini ed al Matese. Pertanto, dovremmo considerare non più l’orso bruno marsicano come tale, ma come l’orso bruno dell’Appennino Centrale.

Salviamo l’Orso rappresenta una piccola realtà che si batte per la tutela e la conservazione dell’orso marsicano. Tra le diverse attività messe in campo nella sua azione di conservazione c’è l’attività sanitaria, basata sul controllo delle malattie infettive trasmissibili dai cani domestici ai carnivori selvatici e sulla lotta al randagismo canino.

L’idea di un piano di controllo delle malattie infettive dei cani che lavorano all’interno delle Aree Protette limitrofe del PNALM è nata sia come naturale continuazione dell’attività svolta nel 2016 da Salviamo l’Orso in collaborazione con PNALM ed ENPA, che portò a vaccinare 1.103 cani all’interno del Parco e della sua Zona di Protezione Esterna, e l’attività del 2017 in cui sono stati vaccinati 60 cani tra la Valle Roveto e Rosciolo dei Marsi, e sia come reazione ai risultati presentati dal PNALM a inizio 2018 sulla positività dell’orso Mario a numerose delle malattie infettive per cui si vaccinano i cani: parvovirosi, cimurro, epatite infettiva; malattie molto gravi e molto contagiose in tutte le specie sensibili.

Per la prima volta, quindi, è stata creata anche in campo sanitario una collaborazione attiva con le Aree Protette regionali abruzzesi che si trovano alla periferia del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e che rappresentano fondamentali corridoi naturali di espansione dell’orso bruno marsicano verso le grandi aree protette limitrofe. Le Riserve interessate dal progetto sono state: la Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario nel comune di Anversa degli Abruzzi (AQ), la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio nel comune di Pettorano sul Gizio (AQ) e la Riserva Naturale Regionale Zompo lo Schioppo nel comune di Morino (AQ), rispettivamente vie di espansione dell’orso marsicano verso il Parco Naturale Regionale Sirente Velino, il Parco Nazionale della Majella e il complesso dei Monti Ernici-Simbruini. L’attività sanitaria si è anche estesa alle aziende zootecniche presenti nei comuni di Balsorano (AQ) e Civita d’Antino (AQ) in Valle Roveto, e a quelle presenti a Rosciolo dei Marsi (AQ) nella Marsica, porta nord del PNALM. La Valle Roveto rappresenta un fondamentale corridoio naturale di connessione tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il complesso dei Monti Ernici-Simbruini, riconosciuto come ambiente tra i più idonei per accogliere nuove popolazioni di orso. Inoltre, negli ultimi anni è un’area di presenza stabile dell’orso bruno marsicano di cui si sono registrati numerosi avvistamenti negli ultimi anni. Si tratta quindi di aree di notevole importanza per l’orso, da tutelare e conservare a livelli sempre più elevati.

 

Obiettivi dell’attività:

  1. Protezione della fauna selvatica presente nei territori ricadenti all’interno delle Aree Protette, con particolare riferimento all’orso bruno marsicano ed al lupo appenninico.
  2. Creare una immunità di massa nella popolazione canina delle aziende zootecniche che lavorano nei territori delle Aree Protette mediante la vaccinazione nei confronti delle principali malattie infettive del cane, riducendo le possibilità di contagio alla fauna selvatica presente.
  3. Sensibilizzare gli allevatori alla corretta gestione dei cani a seguito del bestiame domestico.
  4. Migliorare lo stato sanitario, l’alimentazione e il benessere dei cani da lavoro.
  5. Ridurre il randagismo canino mediante inserimento del microchip e iscrizione in anagrafe canina regionale dei cani sprovvisti.

 

Risultati

Le attività hanno visto coinvolto il Dott. Luca Tomei (chi vi scrive), Medico Veterinario volontario di Salviamo l’Orso, promotore del progetto, e i Direttori delle diverse Aree Protette interessate, che hanno risposto in modo molto positivo all’iniziativa, impegnandosi direttamente in prima persona sul campo. In totale, i giorni lavorativi impiegati per completare tutte le attività sono stati 8, distribuiti nei diversi mesi estivi. Si è preferito concentrare il lavoro in pochi giorni, ma molto intensi. Le aziende zootecniche coinvolte sono state 20, suddivise equamente in base alla grandezza dei paesi interessati. Si è trattato sia di piccole aziende a conduzione familiare, con pochi capi e 1-3 cani al seguito, sia di aziende di notevoli dimensioni con più di 1.000 capi tra pecore e capre e circa una quarantina di cani a guardia delle diverse greggi, che durante la giornata salgono ai prati in quota. Alcune aziende erano inoltre presenti in stazzi di altura ad oltre 1.000-1.200m. I cani sottoposti a visita clinica e successiva vaccinazione in totale sono stati 151, la maggior parte dei quali cani adulti di taglia medio grande, molti di razza pastore abruzzese e suoi incroci. A tutti i cani non trattati nei 3 mesi precedenti è stato eseguito anche un trattamento nei confronti dei parassiti intestinali. I cani a cui è stato inserito il microchip perché sprovvisti e successivamente registrati in anagrafe canina regionale sono stati 68. Durante le attività, per 6 soggetti poco trattabili anche da parte del proprietario è stato necessario ricorrere alla tele-anestesia con cerbottana. Al termine delle operazioni tutti i cani si sono svegliati in modo tranquillo e senza complicazioni.

 

Discussione

L’iniziativa fin da subito ha riscosso notevole successo e interesse da parte delle varie Aree Protette, che si sono attivate per creare i contatti con le varie aziende presenti nei propri territori e raccogliere le adesioni di partecipazione al progetto. Le aziende, dal canto loro, hanno risposto molto favorevolmente, dando la loro disponibilità a partecipare. Sono state raggiunte quasi tutte le aziende che lavorano nei territori delle Aree Protette. Questo di per sé è già un successo che manifesta la volontà, anche degli stessi allevatori che tutti i giorni lavorano sulle montagne, di proteggere la fauna selvatica con cui convivono. I cani vaccinati sono stati numerosi, mantenuti in buone condizioni di salute e alimentati, nella maggior parte dei casi, correttamente. I microchip inseriti hanno riguardato quasi la metà dei cani trattati, indice che dal punto di vista dell’educazione e della responsabilizzazione dei proprietari sulla corretta gestione anagrafica dei propri cani bisogna ancora lavorare e insistere per ridurre il fenomeno dell’abbandono e del randagismo canino in generale. Un discorso a parte va fatto sulle aziende zootecniche che lavorano fuori dalle Aree Protette, in particolare quelle in Valle Roveto e Rosciolo dei Marsi, che hanno comunque risposto molto positivamente all’iniziativa. Si è registrata l’insoddisfazione di molti allevatori, che hanno lamentato le difficoltà legate al loro lavoro. Parecchie aziende hanno chiuso le attività in Valle Roveto rispetto all’anno precedente e diversi cani sono stati avvelenati nel 2018 in quelle zone. L’insoddisfazione maggiore degli allevatori è stata registrata comunque nei confronti del sistema che determina i rimborsi per danni da fauna selvatica, sia per gli animali predati, che sono rimborsati a un prezzo nettamente più basso (quando vengono rimborsati!!!), sia per lo smaltimento delle carcasse predate, che anziché poter essere lasciate nei boschi a consumo della fauna selvatica, una volta stabilito che sono sane, devono essere smaltite da parte degli allevatori a costi esagerati. Il risarcimento più basso, sia in riferimento al numero dei capi rimborsati (quelli che non si ritrovano non sono rimborsati) che al prezzo di rimborso per ogni capo, aggiunto agli alti costi dello smaltimento delle carcasse, possono innescare atteggiamenti pericolosi nei confronti della fauna selvatica (arma da fuoco, bocconi avvelenati). Dato che gli allevatori che lavorano in queste zone sono i primi custodi delle montagne e degli animali che le abitano, sarebbe auspicabile un tavolo di confronto tra tutte le parti interessate per ridurre al minimo i conflitti e tutelare maggiormente la fauna selvatica, anche a costo di qualche euro in più per i rimborsi. La conservazione dell’orso bruno marsicano è nelle mani di tutti noi. Ogni piccola azione è un piccolo passo in avanti. Non possiamo permetterci di perdere questa sfida e impedire ai nostri figli e nipoti di godersi la presenza in natura dell’abitante più importante e unico delle nostre montagne.

Un ringraziamento speciale va a tutte le Direttrici e Direttori delle Aree Protette interessate dal progetto, che si sono buttati in prima linea a sporcarsi le scarpe: la Dott.ssa Sefora Inzaghi, Direttrice della Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario; il Dott. Antonio di Croce, Direttore della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio; il Dott. Amilcare d’Orsi, Direttore della Riserva Naturale Regionale Zompo lo Schioppo. Grazie a tutti per la disponibilità, l’impegno e la devozione che mettete nel vostro lavoro. Un ringraziamento particolare ad Antonio Monaco e Mario Finocchi della cooperativa Valleluna di Pettorano sul Gizio per il prezioso aiuto. Un grande ringraziamento va a tutti gli allevatori che hanno partecipato all’iniziativa e che continuano, nonostante le molte difficoltà, a portare avanti lavori e tradizioni di cui si stanno perdendo le tracce. Un augurio di buon auspicio va poi all’orso marsicano, alla fine di questo triste 2018, che riesca in un futuro molto prossimo a trovare i nuovi spazi che gli spettano, in piacevole e rispettosa convivenza con le comunità umane residenti.

di Dott. Luca Tomei, DVM
Medico Veterinario di Salviamo l’Orso ONLUS

 

Anche nel 2019, l’attività sanitaria di Salviamo l’Orso ha visto la collaborazione con le piccole Riserve Regionali Abruzzesi, satelliti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM): la Riserva Naturale Regionale e OASI WWF Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi (AQ) e la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio a Pettorano sul Gizio (AQ), importanti corridoi di connessione tra il PNALM e il Parco Nazionale della Majella ed il Parco Regionale Sirente Velino. Inoltre, sono stati coinvolti gli allevatori presenti nel territorio di Rosciolo, frazione di Magliano dei Marsi (AQ), porta nord del PNALM, e gli allevatori che lavorano nella Valle Roveto, fondamentale via di connessione tra il PNALM e il complesso dei Monti Ernici-Simbruini, un’area cruciale per l’espansione dell’orso bruno marsicano. L’attività ha previsto la vaccinazione dei cani di proprietà delle aziende che operano nel territorio di frequentazione dell’orso bruno marsicano nei confronti delle principali malattie infettive del cane, trasmissibili anche al lupo appenninico e all’orso. Inoltre, per i cani sprovvisti, si è provveduto all’inserimento del microchip e all’iscrizione in anagrafe canina regionale. I soggetti di pochi mesi e i cani non trattati da più di un anno sono stati sottoposti a trattamento antiparassitario nei confronti dei principali parassiti intestinali del cane. Le attività si sono svolte da giugno a ottobre 2019. Le aziende coinvolte sono state in totale 20, ovvero tutte quelle presenti nei territori delle due Riserve partner dell’iniziativa.

Anche a Rosciolo dei Marsi e in Valle Roveto è stata coinvolta la maggior parte delle aziende, anche se in quest’ultima andrebbero inclusi in futuro anche altri allevatori, sicuramente presenti nel territorio. I cani vaccinati sono stati 158, sulla linea dei risultati del 2018, e quelli a cui è stato inserito il microchip sono stati 40, circa un terzo del totale degli animali trattati. Un solo cane è stato catturato con tele-anestesia perché poco trattabile. Nelle aziende, cuccioli e cani non trattati da più di un anno, per un totale di 25 soggetti, sono stati sottoposti a trattamento antiparassitario nei confronti dei principali parassiti intestinali del cane. Anche quest’anno abbiamo riscontrato difficoltà da parte degli allevatori, soprattutto nel versante della Valle Roveto, riguardo ai problemi con i danni da fauna selvatica, lupo e orso in particolare, oltre che con le peripezie burocratiche per i risarcimenti, specialmente per le aziende presenti fuori dalla ZPE del PNALM. La nostra iniziativa, oltre a trattare l’aspetto sanitario con vaccinazioni e inserimento di microchip, rappresenta per gli allevatori una forma di supporto al loro lavoro e di vicinanza nelle difficoltà riscontrate quotidianamente. Per questi motivi, è sicuramente apprezzata ed è un’azione utile per la conservazione dell’orso bruno marsicano.

 

Cani sottoposti a vaccinazione

– 77 Riserva Naturale Regionale OASI WWF Gole del sagittario

28 Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio

33 Valle Roveto

20 Rosciolo dei Marsi

Totale 158

 

Microchip inseriti

– 16 Riserva Naturale Regionale OASI WWF Gole del sagittario

– 7 Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio

– 16 Valle Roveto

– 1 Rosciolo dei Marsi

Totale 40

 

Cani sottoposti a trattamenti antiparassitari

– 11 Riserva Naturale Regionale OASI WWF Gole del sagittario

– 5 Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio

– 9 Valle Roveto

Totale 25

 

Cani catturati con teleanestesia

– 1 Riserva Naturale Regionale OASI WWF Gole del sagittario

 

Aziende coinvolte

– 5 Riserva Naturale Regionale OASI WWF Gole del sagittario

– 4 Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio

– 9 Valle Roveto

– 2 Rosciolo dei Marsi

Totale 20