I corridoi ecologici del progetto

Un progetto finanziato nel 2016 da Patagonia & Tides con 6.000 dollari per la riqualificazione ambientale delle aree di connessione della fauna selvatica tra parchi nazionali al fine di promuovere l’aumento della biodiversità e la presenza dell’orso bruno marsicano in territori al di fuori della “core area” del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, insufficiente a garantire la permanenza a lungo termine di una popolazione di orsi superiore ai 50-60 individui all’interno dei propri confini.

Introduzione
La frammentazione degli habitat è una minaccia mondiale per la perdita di biodiversità. Considerando il grande impatto delle infrastrutture sul territorio e sulla distribuzione della specie, la riduzione della frammentazione degli habitat e il recupero dei corridoi faunistici diventano misure di conservazione cruciali per prevenire la scomparsa della piccola popolazione dell’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus, Altobello 1921), che conta solo 50-60 individui, a causa della deriva genetica o di eventi improvvisi come il diffondersi di un’epidemia.

Gli zoologi ritengono che il futuro di questa piccola popolazione relitta risieda nella sua capacità di riappropriarsi di aree di distribuzione storica da dove è scomparsa negli ultimi cento anni a causa dell’impatto delle attività umane, in particolare la caccia e l’agricoltura. I movimenti di orsi dall’area centrale – il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) – sono limitati a pochi individui, principalmente maschi. Solo la creazione di una nuova popolazione al di fuori del PNALM può dare all’orso bruno marsicano una maggiore probabilità di sopravvivere.

È quello che si sta verificando nel Parco Nazionale della Majella (PNM), dove una femmina con due cuccioli è stata osservata dai biologi dell’ente nel 2014, e nelle aree tra il PNM e il PNALM e tra il Parco Regionale Sirente Velino (PRSV) e il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga (PNGSML). La nostra proposta intende sostenere questo processo naturale riqualificando alcune porzioni di habitat che collegano popolazioni distinte di animali selvatici. In effetti, la conservazione dell’orso marsicano è indissolubilmente legata al livello di protezione del suo ambiente naturale e alla disponibilità di fonti disponibili. Più dell’80% della dieta dell’orso è costituita da frutta.

Per questo motivo intendiamo potare gli alberi da frutto per aumentare la loro produzione e fornire fonti di cibo in maggiore quantità agli orsi e ad altre specie selvatiche, e promuovere la loro permanenza nelle aree di passaggio o ricolonizzazione. Inoltre, vogliamo garantire il passaggio sicuro della fauna recuperando la funzionalità di due sottopassi della Strada Statale 17 già individuati nell’area di connessione tra il PNALM e PNM. Le Azioni A3 (Aree di connessione) e A4 (Aree di nuova presenza) del progetto Life Arctos, quelle del PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) e un recente studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente per l’aggiornamento della cartografia di riferimento su presenza e distribuzione potenziale dell’orso bruno marsicano nell’Appennino centrale hanno evidenziato l’importanza delle aree di connessione della fauna selvatica per il futuro dell’orso. Soprattutto i corridoi tra il PNALM e il PRSV, e il corridoio tra il PNALM e il MNP sono fondamentali per le dinamiche della popolazione dell’orso all’esterno della sua core area.

Aree di intervento

  • Area di intervento 1 – Il corridoio ecologico di Anversa degli Abruzzi-Carrito-Cocullo-Goriano Sicoli, tra il PNALM e il PRSV, con una galleria di 4.570 m dell’autostrada A25 e una galleria più corta della ferrovia Roma-Pescara, attraverso il Monte Luparo e il Monte La Selva;
  • Area di intervento 2 – Il corridoio ecologico di Pettorano sul Gizio e Rocca Pia, tra il PNALM e il PNM, per migliorare la permeabilità biologica in un’area attraversata dalla Strada Statale 17.

Obiettivo principale
La conservazione della biodiversità e degli ecosistemi.

Obiettivi specifici

  1. La conservazione dell’orso bruno marsicano, promuovendo la sua espansione naturale verso le aree periferiche del suo territorio di distribuzione attraverso il recupero di corridoi ecologici interessati da detrattori ambientali, come infrastrutture, disturbo umano e mancanza di fonti alimentari.
  2. Il miglioramento della qualità dell’habitat e della produzione di alberi da frutto selvatici o abbandonati in aree frequentate storicamente dall’orso marsicano per incrementare la sua presenza fuori dai parchi nazionali e favorire la crescita della popolazione, in quanto è scientificamente provato che il successo riproduttivo di una specie dipende strettamente dalla disponibilità di risorse trofiche.
  3. Il ripristino funzionale e la manutenzione di due sottopassi che sono indispensabili a garantire passaggi sicuri della fauna attraverso la Strada Statale 17 nei comuni di Pettorano sul Gizio e Rocca Pia.
  4. Il monitoraggio della presenza degli orsi per mezzo di osservazioni a distanza con binocoli o cannocchiali o l’utilizzo di fotocamere faunistiche. Questa azione è fondamentale per misurare l’efficacia del progetto, raccogliere campioni genetici (in accordo con il personale delle aree protette) ed evidenze delle dinamiche della popolazione ursina al di fuori dei parchi nazionali, come altresì previsto dalle linee guida del PATOM (Azione D2).
  5. L’ultimo obiettivo, ma non per importanza, è il recupero di una relazione positiva uomo-orso-territorio attraverso la riscoperta di frutteti abbandonati o cultivar locali che sono la testimonianza delle tradizioni agricole del luogo. La perdita di questo patrimonio ha portato all’odierno deficit di natura e cultura nelle comunità umane, che è perfettamente dimostrato dallo stato di abbandono di queste colture del passato. Recuperarle è un modo per rendere le persone più consapevoli della relazione intima tra l’uomo e la natura di cui la sopravvivenza dell’orso marsicano è l’espressione più elevata.

Durata
Un anno di avvio (novembre 2016 – novembre 2017) con estensione agli anni successivi da parte di Salviamo l’Orso.

Agenda
Gli obiettivi suindicati sono stati conseguiti attraverso le seguenti azioni:

  1. Nel 2014-2015, sono stati individuati i corridoi ecologici, i frutteti abbandonati da potare e i sottopassi da recuperare nelle due aree di intervento.
  2. La rimonda e la potatura degli alberi da frutto sono state eseguite in autunno (ottobre-novembre 2016) e in primavera (marzo-aprile 2017, prima della fioritura), rivolte a queste specie: Malus sylvatica, Pyrus pyraster, Prunus mahaleb, Prunus avium, Sorbus aria, Sorbus domestica, Sorbus aucuparia, Ribes uva-crispa, Rubus idaea, Rosa canina, Cornus mas, Rhamnus alpinus.
  3. Il ripristino dei sottopassi è stato completato in due giornate (una in estate e una in autunno), quando si è reso più necessario ripulirli dalla vegetazione ostruente e dai rifiuti.
  4. Le azioni di monitoraggio si sono svolte durante tutto l’anno, in particolare a settembre e ottobre, quando gli orsi sono più attivi perché devono nutrirsi abbondantemente prima del letargo (iperfagia), e aprile-maggio quando lasciano la tana. Tutti i dati raccolti hanno contribuito a valutare l’efficacia del progetto.
  5. Gli incontri con le comunità locali per diffondere la conoscenza del patrimonio naturale e territoriale si sono svolti nel 2017 e si svolgeranno anche in futuro, nei giorni festivi o durante le ore di lezione per le scolaresche.

Budget
6.000 dollari da Patagonia & Tides.

Riferimenti bibliografici

  • Altobello, G. (1921). Mammiferi IV – Carnivori. In: Fauna dell’Abruzzo e del Molise Mammiferi. Colitti, Campobasso, Italy.
  • AA. VV. (2011). Piano d’azione Nazionale per la tutela dell’Orso bruno marsicano – PATOM. Quaderni di Conservazione della Natura, 37. Ministero dell’Ambiente – ISPRA.
  • Ciucci P., L. Maiorano, L. Chiaverini, M. Falco. (2016). Aggiornamento della cartografia di riferimento del PATOM su presenza e distribuzione potenziale dell’orso bruno marsicano nell’Appennino centrale. Azione A2: Relazione tecnica finale. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Unione Zoologica Italiana, Roma. 84 pp.
  • Ciucci, P., Boitani, L. (2008). The Apennine brown bear: a critical review of its status and conservation problems. Ursus, 19(2), 130-145.
  • Loy, A., Genov, P., Galfo, M., Jacobone, M. G., Vigna Taglianti, A. (2008). Cranial morphometrics of the Apennine brown bear (Ursus arctos marsicanus) and preliminary notes on the relationships with other Southern European populations. Italian Journal of Zoology, 75(1), 67-75.
  • Progetto LIFE 09/NAT/IT/000160 Arctos.
  • Rondinini, C., Battistoni, A., Peronace, V., Teofili, C. (2013). Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma, 56.

 

Scarica qui il rapporto delle attività.

Nel 2018 Cedric Rocholl, un volontario tedesco di Salviamo l’Orso, ha studiato l’utilizzo da parte della fauna selvatica di due sottopassi e due sovrappassi della SS17 tra Pettorano sul Gizio e Rocca Pia. Il suo studio è disponibile a questo LINK.

Nel 2019, Guy Slater-Harris, uno studente inglese dell’Università di Plymouth, ha esteso la ricerca ad altri sottopassi e sovrappassi. I risultati ottenuti sono disponibili a questo LINK.