Nell’autunno 2016 si è concluso il Piano Anti-randagismo Canino messo in atto dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, dall’ENPA e dalla nostra associazione Salviamo l’Orso. Il Piano è stato elaborato con la collaborazione dei servizi veterinari regionali di Abruzzo, Lazio e Molise, i servizi veterinari delle ASL competenti e i comuni presenti nel territorio del PNALM e in ZPE. Il Piano ha visto la collaborazione attiva di un Ente pubblico, il PNALM, rappresentato dal proprio medico veterinario Dott. Leonardo Gentile, che ha messo a disposizione mezzi di trasporto e i Guardia Parco; dell’associazionismo volontario rappresentato da ENPA, importante associazione nazionale che, oltre a partecipare economicamente alle spese per i materiali utilizzati, ha messo in campo il referente scientifico nazionale Dott. Giovanni Ferrara, medico veterinario, auto medica e ambulanza veterinaria, nonché molti volontari che si sono succeduti durante le diverse settimane di durata del Piano, e Salviamo l’Orso, piccola associazione partner del Piano, rappresentata dal Dott. Luca Tomei, medico veterinario volontario, che ha provveduto a parte delle spese sostenute acquistando i vaccini, grazie a una donazione di AISPA (Anglo Italian Society for the Protection of Animals).

Finalità del Piano è stata la lotta al fenomeno del randagismo canino, estremamente diffuso in tutto il centro-sud Italia, PNALM compreso, mediante l’applicazione di microchip, forniti dalle regioni competenti e in parte da Salviamo l’Orso, a tutti i cani da guardiania presenti nelle aziende zootecniche registrate; la sterilizzazione di quei cani i cui proprietari ne davano il consenso; la cattura dei cani vaganti. Altro importante scopo del Piano è stato il controllo e il contrasto alla trasmissione delle malattie infettive che possono trasmettersi dai cani domestici alla fauna selvatica, lupo e orso bruno marsicano in particolare. Si è provveduto quindi ad eseguire a campione nei cani delle aziende dei prelievi ematici, tamponi nasali e rettali, per verificare la presenza sul territorio del Parco e ZPE la presenza delle principali malattie infettive trasmissibili ai carnivori selvatici. Inoltre, è stata effettuata la vaccinazione a tutti i cani sprovvisti di richiamo entro l’anno precedente. Vaccinare i cani delle aziende zootecniche che lavorano all’interno dell’areale dell’orso bruno marsicano contro Parvovirosi, Cimurro, Epatite infettiva, Leptospirosi, significa ridurre notevolmente il rischio di malattia e la possibilità di contagio per i carnivori selvatici.

L’attività si è svolta da giugno a ottobre 2016, coprendo un territorio di ben 27 comuni in tre diverse regioni: Lazio, Molise ed Abruzzo, raggiungendo 342 aziende zootecniche. In totale, in tutte le aziende, con valori da 1 fino a 16 cani presenti, sono stati trattati 1.093 cani di proprietà. Di questi, ben 730, quasi il 70%, erano sconosciuti all’anagrafe canina e privi di vaccinazioni, per cui, da questo punto di vista è stato davvero un gran successo. Circa una quarantina di cani sono stati solo microchippati perché già vaccinati nell’anno, e 324 cani, circa il 30%, sono stati solo vaccinati perché già in possesso del microchip. Questo valore è molto importante e indica che solo un cane su tre delle aziende zootecniche che lavorano nel territorio del Parco era iscritto in anagrafe canina nazionale, valore che deve lasciar riflettere molto su quanto effettivamente poco si faccia a livello nazionale, regionale e locale per combattere il randagismo canino. I proprietari che ne hanno fatto richiesta hanno potuto sterilizzare gratuitamente i loro animali. Sono infatti 46 le sterilizzazioni effettuate – 14 maschi e 32 femmine – nei territori del Lazio e del Molise, e circa un centinaio quelle prenotate in Abruzzo, ancora da effettuare. Oltre ai cani di proprietà, sono stati catturati 10 cani vaganti che, in accordo con i sindaci competenti, sono stati inviati presso i canili convenzionati.

In totale quindi, 1.103 cani trattati… un grandissimo risultato!!!!

I numeri del Piano Anti-randagismo devono servire come base di partenza per una più ampia discussione sul tema del randagismo canino a livello nazionale, a livello locale, a livello di aree protette. Solo con una riflessione attenta da parte di tutte le figure interessate si può arginare un fenomeno che rischia di compromettere la conservazione di specie selvatiche di inestimabile valore naturalistico e biologico.

Salviamo l’Orso ringrazia il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ENPA e AISPA per la collaborazione nel conseguire questo importantissimo risultato.

 

Un ringraziamento speciale va al Dott. Luca Tomei, nostro socio e Medico Veterinario Volontario, che ha reso possibile tutto questo!