LET’S TAKE ACTION FOR THE BEAR – DIAMOCI DA FARE PER L’ORSO

 

Nell’agosto 2017 il progetto “Let’s take action for the bear” ha partecipato a un bando di EOCA per azioni di conservazione della natura. Nominato da Ferrino e selezionato tra 131 proposte da tutto il mondo a rappresentare la categoria “Montagna” con altri tre concorrenti soltanto, non si è classificato primo alla votazione popolare online dell’ottobre 2017. Tuttavia, il 7 novembre è stato ripescato, grazie alle preferenze dei membri di EOCA al termine di una votazione interna, ed è stato ugualmente ammesso a finanziamento.

Il progetto consiste nelle seguenti azioni per la conservazione dell’orso bruno marsicano, volte a migliorarne l’habitat e a favorirne la presenza in territori idonei, adiacenti alla core area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise:

  1. Potatura di 150 alberi da frutto in frutteti abbandonati, al fine di incrementare le fonti alimentari per gli orsi in aree montuose al di fuori dei paesi di Pettorano sul Gizio e Rocca Pia, nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, e minimizzare i conflitti con le comunità locali;
  2. Installazione di 672 dissuasori ottici e acustici su 11,2 chilometri della Strada Statale 17 per migliorare la permeabilità biologica della strada e mitigazione del rischio di incidenti stradali con la fauna selvatica;
  3. Rimozione di 4 km di filo spinato dalle montagne tra Bisegna e Villalago per ripristinare la permeabilità dell’habitat e il paesaggio naturale;
  4. Recupero e miglioramento della segnaletica di tre percorsi sulle Mainarde molisane per ridurre al minimo il disturbo che le attività escursionistiche possono arrecare all’orso marsicano e ad altre specie animali e vegetali a causa di persone che vagano fuori sentiero.

Queste attività saranno svolte con il coinvolgimento delle comunità locali.

 

Scarica qui il progetto in dettaglio.

Ph: Fabrizio Cordischi

Relazione finale del progetto “Diamoci da fare per l’orso”

“Grazie, EOCA, per renderlo possibile!”

Scritto da Mario Cipollone e Simone Giovacchini

Salute e sicurezza
I nostri volontari hanno svolto tutte queste attività in conformità con le leggi nazionali di salute e sicurezza sul lavoro, indossando i dispositivi di protezione individuale.

Potature di alberi da frutto in frutteti abbandonati

In dieci giorni (tre fine settimana e quattro giorni feriali) di potatura di frutteti abbandonati, i volontari di Salviamo l’Orso e alcuni residenti, sotto la supervisione del personale della Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio, hanno potato 198 alberi da frutto, in particolare meli e ciliegi. Nel fine settimana del 10-11 marzo 2018, 14 volontari sono riusciti a potare 48 alberi. Il fine settimana seguente del 17-18 marzo 2018, 7 volontari hanno potato 22 alberi. La scarsa partecipazione è stata causata dal maltempo. La pioggia e il nevischio hanno condizionato le attività e il rendimento dei volontari. L’ultimo fine settimana, 14-15 di aprile 2018, grazie alle belle giornate di primavera, 13 volontari hanno potato 94 alberi, ottenendo un totale di 164 alberi potati (Foto 1-3). Tra il 22-23 ottobre e il 15-16 novembre, le potature sono state svolte rispettivamente da solo 9 e 8 volontari di Salviamo l’Orso. Di fatto, a causa dei fine settimana piovosi, abbiamo dovuto programmare le attività in giorni feriali con i pochi volontari disponibili. L’incertezza delle previsioni meteorologiche ci ha scoraggiato dal programmare un evento come quello tenutosi in primavera.

I nostri volontari hanno liberato altri 34 alberi (prevalentemente meli) dai rami secchi e dalla vegetazione antagonista (Foto 6), hanno marcato altri 170 alberi e costruito “rifugi per insetti e rospi” con gli avanzi organici della potatura. Poiché gli alberi non erano ancora in riposo vegetativo, gli specialisti della Riserva hanno consigliato di rinviare la potatura alla primavera del 2019.

Il luogo di potatura è un’area di alto valore naturalistico situata a 45 minuti a piedi dal borgo di Pettorano sul Gizio. I partecipanti hanno percorso questa distanza ogni mattina e ogni sera di ritorno, secondo lo spirito dello sponsor, EOCA. Hanno potuto trascorrere un fine settimana nella natura svolgendo attività all’aperto, in un clima accogliente, grazie all’ospitalità della Riserva e la Comunità a Misura d’Orso del Genzana. I ristoranti hanno fornito cibo e bevande a chilometro zero, e la Cooperativa Valleluna ha fornito alloggio ai volontari arrivati a Pettorano sul Gizio da più di 30 km di distanza.

I partecipanti hanno potato gli alberi indossando guanti, elmetti e occhiali protettivi. Un’assicurazione contro sinistri e responsabilità civile ha coperto eventuali incidenti. Un volontario di Salviamo l’Orso ha rilasciato una valutazione professionale dei rischi prima di ogni attività di potatura.

Nel complesso, sono stati trattati 198 alberi da frutto, 150 in più di quelli previsti nella proposta, nonostante il numero di partecipanti sia stato inferiore al previsto. Con nostra grande soddisfazione, gli alberi potati hanno dato frutto (Foto 4 e 5). Il recupero dei frutteti abbandonati in aree naturali punta a incrementare la disponibilità di fonti alimentari per l’orso marsicano fuori dalle aree urbane per ridurre così i conflitti con le attività rurali. Quest’azione è complementare alle migliori pratiche di coesistenza con le altre specie incluse nelle linee guida della Comunità a Misura d’Orso del Genzana.

Nel corso dell’estate e anche durante le attività più recenti, si sono trovate tracce della presenza di orsi. Dalle diverse dimensioni degli escrementi, si è potuto rilevare che una femmina e i suoi tre cuccioli hanno frequentato l’area di potatura, così come anche diversi individui ripresi dalle foto-trappole. Le feci erano composte principalmente da mele (Foto 7), confermando il successo delle azioni nell’effettivo incremento di disponibilità alimentari per gli orsi.

La sfida più importante che abbiamo dovuto affrontare è stata quella di trovare volontari. Nonostante la nostra proposta di un’esperienza d’immersione nella natura con alloggio accogliente, buon cibo e bevande locali, l’incertezza delle condizioni climatiche ha scoraggiato molti a partecipare. Tuttavia, quelli che hanno partecipato alle attività erano così motivati da raggiungere gli obiettivi minimi del progetto quando restava una parte del budget ancora disponibile. L’alta densità di orsi nella zona di potatura, con almeno 6 individui rilevati, inclusi una femmina con tre cuccioli, ci conferma l’efficacia dell’azione.

Nella primavera del 2019, abbiamo continuato con le potature nella Riserva Naturale Monte Genzana, con altri 47 nuovi alberi trattati in due eventi (30 di marzo e 13-14 di aprile). In collaborazione con l’organizzazione partner Montagna Grande, abbiamo potato 474 alberi (perlopiù meli e peri) in frutteti abbandonati in montagna nei territori di Ortona dei Marsi nella Valle del Giovenco, un corridoio faunistico che collega al nord il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con il Parco Naturale Regionale Sirente Velino. Siamo stati ospiti di Montagna Grande.

In tutto, abbiamo trattato 719 alberi (198 nel 2018 e 521 nel 2019).


Foto 1 – Volontario che pota un melo.
Photo 1 – A volunteer pruning an apple tree.

Foto 2 – Ciliegio prima della potatura.
Photo 2 – A cherry tree before pruning.

Foto 3 – Stesso ciliegio dopo la potatura.
Photo 3 – The same cherry tree after pruning.

Foto 4 – Alberi potati con frutti.
Photo 4 – Pruned trees bearing fruits.

Foto 5 – Alberi potati con frutti.
Photo 5 – Pruned trees bearing fruits.

Foto 6 – Melo liberato dalle piante e cespugli antagonisti, nov. 2018.
Photo 6 – An apple tree freed from creeping plants and bushes in Nov. 2018.

Foto 7 – Feci di orso con all’interno bucce di mela nell’area di potatura.
Photo 7 – Bear scat with apple peel inside near the pruned trees.

Installazione di dissuasori acustici riflettenti per rafforzare la permeabilità biologica.

Dato che i tratti della SS17 dove si dovevano installare i dissuasori riflettenti erano già stati individuati prima della richiesta di sovvenzione EOCA, Salviamo l’Orso ha acquistato 660 dissuasori ottici riflettenti e 80 dissuasori acustici da un’azienda tedesca, che corrispondevano agli elevati standard di qualità e prezzo dell’associazione. In una sola giornata di lavoro, i volontari hanno assicurato i tratti b-f della SS17: b) dal Km 109.100 al Km 109.500, c) dal Km 109.900 al Km 111.000, d) dal Km 112.000 al Km 112.800, e) dal Km 113.400 al Km 116.200, f) dal Km 117.400 al Km 117.600. In seguito, l’intervento è stato esteso dal Km 105.800 al Km 106.300 verso Sulmona e dal Km 126.100 al Km 126.400 verso Roccaraso (Foto 8, 9).  Dal Km 105.800 al Km 126.400, i tratti più pericolosi della Strada statale 17 per il passaggio della fauna selvatica, sono stati installati dissuasori riflettenti. Così, 20.6 km sono stati coperti, 9,6 in più degli 11,2 km previsti.

Quest’azione ha portato a una riduzione degli incidenti stradali nei tratti dotati di dissuasori riflettenti acustici e ottici (Foto 10). L’anno precedente, gli incidenti stradali con la fauna selvatica erano stati molti di più, con decine di animali coinvolti, gravi danni alle auto e persino una vittima. Attendiamo i dati ufficiali della Riserva Naturale Monte Genzana per un confronto più accurato.


Foto 8 – Volontari di SLO installano dissuasori riflettenti lungo la SS17.
Photo 8 – SLO volunteers setting up wildlife warning reflectors along SS 17.

Foto 9 – Volontari di SLO installano dissuasori riflettenti lungo la SS17.
Photo 9 – SLO volunteers setting up wildlife warning reflectors along SS 17.

Foto 10 – Un dissuasore riflettente in uno dei tratti più pericolosi della SS17.
Photo 10 – A wildlife warning reflector in one of the most dangerous stretches of SS 17.

Rimozione di vecchi recinti di rimboschimento

Il 5 dicembre 2017, i volontari di Salviamo l’Orso hanno iniziato una ricerca preliminare per stabilire l’impatto del filo spinato sull’ecologia della fauna selvatica. I volontari hanno installato una foto-trappola di fronte a una linea di filo spinato lungo un passaggio faunistico. Hanno ripreso cinghiali ostacolati dal filo spinato, un lupo che inseguiva una lepre, riuscita a fuggire probabilmente a causa del filo spinato che ha ostacolato il lupo, e tanti altri animali, come volpi e tassi, che apparentemente evitavano di passare sotto il filo spinato. Con la rimozione del filo spinato il 25 aprile 2018, i volontari hanno notato un uso più attivo del passaggio da parte degli animali (forse anche perché in primavera), comprese le specie che prima lo evitavano. Anche un capriolo ha iniziato a usarlo dopo la rimozione del filo spinato. I volontari hanno rimosso la foto-trappola il 25 maggio 2018. Un nostro socio ha realizzato un video con le immagini della foto-trappola. Inoltre, abbiamo pubblicato online due video molto interessanti: un cervo con del filo spinato attorcigliato tra le corna che gli impediva di muoversi e un grifone intrappolato in un recinto di filo spinato prima di riuscire a liberarsene.

Il 25 e 26 giugno 2018, Salviamo l’Orso ha rimosso 1.002 metri di filo spinato e di recinzione metallica dall’area montagnosa tra Villalago e Bisegna, presso il rifugio Terraegna (Foto 11). Si tratta di pezzi di vecchie recinzioni realizzate molti decenni fa per confinare il bestiame oppure per proteggere i rimboschimenti anti-erosione dal pascolo brado tra gli anni ‘60 e ‘70.  Nessuno aveva mai rimosso quelle lunghissime bobine di metallo che oggi non proteggono più nulla e che, anzi, costituiscono un ostacolo agli spostamenti degli animali (e delle persone, che spesso vi inciampano). Nonostante la pioggia e il freddo eccezionale per la stagione, nell’arco di sei ore di intenso lavoro, i volontari sono riusciti a districare, misurare e trascinare al punto di raccolta oltre 1,000 m di filo spinato, talvolta anche dissotterrando il filo o liberando le piante ormai incarnite. Un ottimo risultato, considerando le condizioni climatiche avverse e le matasse di filo spinato che i volontari hanno dovuto rimuovere dal fitto bosco. La società di guide naturalistiche Wildlife Adventures ha ospitato i nostri volontari nel rifugio, offrendo alloggio, cibo e bevande locali in un ambiente amichevole e accogliente.

Foto 11 – L’area intorno al rifugio Terraegna; in giallo il filo spinato rimosso.
Photo 11 – The area around Terraegna cottage with the barbed wire removed in yellow.

 

Nel fine settimana del 10 e 11 novembre, Salviamo l’Orso ha rimosso 3.364 metri di filo spinato e cavo metallico (pari a 1.300 di recinzione) (Tratto A) a Macchia di Rose (Foto 12), nel territorio di Villalago, in collaborazione con i comuni di Villalago e Anversa degli Abruzzi, le associazioni WWF Abruzzo, Rewilding Apennines e Ambiente e/è Vita, Oasi WWF e le Riserve Naturali Gole del Sagittario, Lago di San Domenico e Lago Pio.

Nonostante il freddo, nel fine settimana del 17 e 18 novembre, i nostri volontari inarrestabili hanno effettuato la rimozione del filo spinato nella stessa località (Tratti B e C). 2.100 metri di paesaggio sono stati liberati da 6.300 metri di filo spinato. Dall’inizio di quest’iniziativa, 8.764 metri di filo spinato e cavi metallici, pari a 4.400 metri di recinzione, sono stati definitivamente rimossi dalle montagne tra Villalago, Bisegna, Anversa degli Abruzzi e Ortona dei Marsi. L’impossibilità di utilizzare il rifugio Terraegna e le basse temperature, per entrambi i fine settimana ci siamo spinto a stabilirci ad Anversa degli Abruzzi, nelle foresterie della Riserva Naturale Gole del Sagittario.

TRATTO B

Foto 12 – Macchia di Rose a Villalago; in giallo i tratti di filo spinato rimossi.
Photo 12 – Macchia di Rose in Villalago with the stretches of barbed wire removed in yellow.

TRATTO A                                                                                                TRATTO C

Nel rispetto dei principi di smaltimento sostenibili, i pali in legno residuali sono stati impilati sul posto, in punti non visibili dai vicini sentieri e dalle strade, simulando cataste di legno morto che possono fungere da rifugio per piccoli animali (Foto 13-15). Nel nostro caso, abbiamo adottato due metodi diversi per creare queste pile: 1) vicino ai cespugli nelle aree aperte, sul versante sud, al fine di creare siti di termoregolazione per i rettili o barriere antivento per gli uccelli di prateria che nidificano nei cespugli; 2) vicino agli alberi decidui nei boschi, in modo da realizzare rifugi umidi per gli anfibi terricoli tipici dell’ambiente forestale come le salamandre. Sebbene non ci siano analisi ecologiche a sostegno dell’azione (per esempio che dimostrino che la disponibilità di rifugi è il fattore limitante per le popolazioni delle specie target), crediamo che questi metodi siano il miglior compromesso tra le difficoltà logistiche per lo smaltimento dei pali e la sorte da riservare a questi manufatti di legno, che nel tempo saranno naturalmente degradati dalle comunità biologiche nell’area di intervento. Soltanto pochi pali sono stati lasciati in piedi sui crinali dei monti come posatoio per le averle, specie protetta.


Foto 13 – Pali impilati come rifugio per animali piccoli.
Photo 13 – Poles stacked as a shelter for small animals.

Foto 14 – Pali impilati come rifugio per animali piccoli.
Photo 14 – Poles stacked as a shelter for small animals.

Foto 15 – Pali impilati come rifugio per animali piccoli.
Photo 15 – Poles stacked as a shelter for small animals.

Mentre svolgevamo un’attività simile a Pettorano sul Gizio, in accordo con la Riserva Monte Genzana ma fuori dal progetto EOCA, abbiamo realizzato un breve filmato sulla rimozione di filo spinato.

A causa della grande quantità di filo spinato presente ancora sulle montagne, nella primavera 2019 abbiamo eseguito quest’attività nella stessa area dal 30 aprile al 3 maggio, rimuovendo 5.500 metri di cavi di ferro e filo spinato (pari a 2.200 metri di recinzione).

Abbiamo anche rimosso del filo spinato tra Gioia Vecchio e Sperone, nella zona di protezione del PNALM, dove 6.000 metri di filo spinato, pari a 2.500 metri di recinzione, sono stati tolti dall’ambiente naturale.

Così, dall’inizio di quest’attività, sono stati rimossi 20.246 metri di filo spinato, pari a 9.100 metri di recinzione.

Recupero di tre sentieri per ridurre al minimo il disturbo umano per gli orsi

Dal 23 al 27 luglio 2018, 5 volontari italiani e 14 stranieri di Salviamo l’Orso hanno lavorato per ripristinare la segnaletica dei percorsi M2, M6 e M7. L’azione aveva come principale finalità il miglioramento della fruizione di questi tre sentieri, ovvero chiudere le deviazioni e così ridurre il disturbo per gli orsi nelle aree di alimentazione, svernamento e riproduzione. In effetti, migliorare l’accessibilità all’area attraverso percorsi identificabili è una strategia per impedire che gli escursionisti, specialmente quelli che non hanno familiarità con l’area, non vaghino fuori sentiero, rafforzare il controllo del territorio e ridurre comportamenti illeciti.

Un video online descrive meglio di centinaia di fotografie la splendida atmosfera vissuta in quei 5 giorni nella natura, con volontari italiani e stranieri che hanno lavorato insieme e che condividono esperienze incredibili in natura, come l’osservazione della fauna selvatica, sempre accompagnati da guide esperte.

Nonostante le tabelle informative fossero state installate a luglio 2018 (Foto 16), i pannelli informativi sono stati affissi a maggio 2019 (Foto 17).


Foto 16 – Installazione di una bacheca sulle Mainarde.
Photo 16 – Erection of an information board on the Mainarde.

Foto 17 – Bacheca con pannello informativo sull'orso bruno marsicano.
Photo 17 – Information board and panel on the Marsican brown bear.