1. Introduzione

La popolazione relitta dell’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus, Altobello 1921) oggi conta circa 50 esemplari, perlopiù concentrati nella core area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) e nella sua zona di protezione esterna (ZPE). Per questo motivo l’orso bruno marsicano è inserito nella Lista Rossa dei Vertebrati Italiani della IUCN come sottospecie in pericolo critico di estinzione. Una recente ricerca genetica ha evidenziato l’unicità di questa sottospecie dell’orso bruno, la cui sopravvivenza è strettamente legata alla qualità del suo habitat naturale, alla riduzione delle minacce di origine antropica, quali la frammentazione dell’habitat, il bracconaggio e i conflitti con le attività agrosilvopastorali, e alla capacità di riappropriarsi di territori idonei a ospitarla all’esterno dell’area rifugio di PNALM e ZPE. Negli ultimi anni questo processo di espansione si sta verificando dai monti Marsicani e dalla Meta verso i massicci montuosi Ernici-Simbruini, Majella-Morrone, Sirente-Velino e Gran Sasso-Laga-Sibillini, ma va sostenuto con opportune misure di conservazione, come conferma una ricerca del 2016 sull’aggiornamento della cartografia di riferimento del PATOM (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano).

Purtroppo i disastrosi incendi boschivi dell’estate 2017 hanno investito proprio parte dei corridoi naturali di connessione tra questi massicci montuosi e l’area sorgente del PNALM, distruggendo la copertura vegetale e le fonti trofiche associate, così essenziali per favorire la presenza stabile dell’orso.

 

2. Finalità

La principale finalità è il recupero ambientale di una parte dei versanti del monte Morrone, nel territorio di Pratola Peligna, interessati dagli incendi dell’estate 2017 attraverso la ricostituzione delle biocenosi vegetali del luogo, per favorire la presenza nel medio-lungo periodo dell’orso bruno marsicano, grazie soprattutto alla funzione imprescindibile degli insetti impollinatori, come le api italiane (Apis mellifera ligustica, Spinola 1806), fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi e il benessere delle specie che li compongono, incluse le comunità umane.

 

3. Definizione degli obiettivi

Gli obiettivi del progetto sono:

  1. Coinvolgere le comunità locali, in particolare i giovani, nel monitoraggio attivo (attraverso l’approccio citizen science) delle aree interessate da incendio, monitorando la ricostituzione della copertura vegetale nel tempo e le specie coinvolte. Tali attività riducono il deficit di natura che affligge le nuove generazioni offrendo attività all’aperto che favoriscono il movimento e la socialità.
  2. Migliorare la qualità ecologica e la biodiversità dell’area d’interesse attraverso la diffusione di semi melliferi e l’apporto di insetti pronubi come le api.
  3. Riqualificare il territorio attraverso la valorizzazione dei suoi ambienti naturali, delle specie faunistiche e floristiche che lo identificano.
  4. Realizzare un audiovisivo di 5 minuti in lingua italiana con sottotitoli in inglese per educare al rispetto dell’ambiente e del paesaggio.
4. Le azioni del progetto

La proposta mira a coinvolgere in prima persona i cittadini, con particolare riferimento a bambini e ragazzi, alle attività di monitoraggio floristico e faunistico dell’area interessata dagli incendi e alle reazioni possibili per favorirne la riqualificazione naturalistica.

Più in particolare, sono previste:

  • Posizionamento di arnie con famiglie di ape italiana (Apis mellifera ligustica, Spinola 1806) nei pressi delle aree da riqualificare, nel territorio di Pratola Peligna, per migliorare i processi di impollinazione.
  • Attività didattiche sul campo (osservazione diretta delle specie, determinazione, transetto vegetazionale ecc.) dedicate agli studenti di Pratola Peligna, finalizzate a sensibilizzare i più giovani all’impatto ecologico degli incendi, a diffondere insieme semi melliferi per accelerare la riqualificazione di alcune aree a margine di quelle incendiate e a realizzare dei transetti per monitorare l’evoluzione della vegetazione tempo.
  • Attività di divulgazione sul campo dedicate alla comunità locale di Pratola Peligna per sensibilizzare le persone sui rischi degli incendi sia dal punto di vista ecosistemico sia da quello della salute umana.
  • Realizzazione di un audiovisivo di alta qualità in italiano quale strategia comunicativa necessaria per rafforzare il senso di appartenenza di una comunità a una determinata area geografica e promuoverne l’adeguata valorizzazione dei suoi elementi distintivi attraverso il confronto con realtà esterne e differenti. L’audiovisivo includerà riprese paesaggistiche, video di fauna selvatica e di essenze vegetali spontanee, colonna sonora dedicata e sottotitoli in inglese. Sarà reso fruibile al pubblico attraverso i canali social, YouTube e Vimeo di Salviamo l’Orso, di Abrussels e delle istituzioni interessate.
  • Un evento finale per divulgare i risultati del progetto e presentare il video realizzato.

 

Dal punto di vista delle competenze, Salviamo l’Orso metterà a disposizione i propri soci esperti per seguire le attività di campo che interessano cittadini e scolaresche sotto l’aspetto del monitoraggio scientifico della flora e della fauna presenti e in fase di ricolonizzazione dell’area incendiata. Inoltre, per dare continuità a un progetto già apprezzato qual è “Il Miele dell’Orso[1]”, e per diffonderlo anche nei territori del Parco Nazionale della Majella, l’Associazione coinvolgerà un apicoltore locale per la movimentazione e la gestione degli alveari da destinare alla riqualificazione del territorio comunale limitrofo a quello interessato dall’incendio attraverso l’apporto degli insetti pronubi.

 

5. Soggetti coinvolti
  • Salviamo l’Orso che, attraverso l’azione dei suoi volontari, intende far pressione sulle amministrazioni locali e nazionali affinché mostrino maggior coraggio e determinazione nel promuovere e mettere in campo iniziative di tutela dell’orso.
  • La popolazione e, in particolare, scolaresche nel comune di Pratola Peligna quali principali destinatari dell’iniziativa.
  • Il Comune di Pratola Peligna, che fornirà le necessarie autorizzazioni a operare su suolo demaniale.
  • L’Ente Parco Nazionale della Majella, attraverso il coinvolgimento del proprio personale nelle attività divulgative e didattiche.
  • Un apicoltore del territorio che gestirà le arnie utilizzate per favorire la riqualificazione vegetale delle aree incendiate.

 

6. Descrizione del contesto ambientale

L’area del progetto è quella del monte Morrone sul versante della Valle Peligna interessata dagli incendi dell’agosto-settembre 2017 nel comune di Pratola Peligna, a un’altitudine compresa tra i 500 e i 900 m sul livello del mare. Dal punto di vista fitoclimatico, la maggior parte della Valle Peligna appartiene alla regione bioclimatica mesaxerica. Prima degli incendi, gli ambienti interessati erano costituiti da macchia di roverella (Quercus pubescens) e arbusteti di ginestra (Spartium junceum) e ginepro comune (Juniperus communis), da rimboschimenti di pino nero (Pinus nigra), alternati a incolti con piante aromatiche come la santoreggia (Satureja montana), l’origano (Origanum majorana), la stregonia (Sideritis italica). Erano anche presenti numerosi endemismi ad ampia distribuzione appenninica (Cerastium tomentosus, Helleborus bocconei subsp. bocconei, Linaria purpurea, Erysimum pseudorhaeticum, Centaurea ambigua, ecc.) o limitati all’Italia centrale (Dianthus ciliatus, Campanula fragilis subsp. cavolinii, Trisetum villosum, Stipa dasyvaginata subsp. appennicola, Seseli viarum ecc.). Queste cenosi vegetali avranno bisogno di diversi anni per ricostituirsi e ridare vita alle successioni vegetazionali.

 

7. Organizzazione dei contenuti
  • I contenuti della proposta mirano a evidenziare da una parte la distruttività delle azioni criminali dell’uomo, dall’altra la resilienza della natura che si ricostituisce secondo i propri ritmi.
  • L’attenzione dei partecipanti sarà focalizzata proprio sul tempo che l’ambiente naturale impiega a ricostituirsi con particolare riferimento all’energia rigenerativa del mondo vegetale.
  • Il confronto tra la condizione dei luoghi prima e dopo gli incendi dolosi sarà lo strumento per mantenere viva la memoria sull’accaduto e suscitare una maggiore consapevolezza sul valore del bene ecologico e paesaggistico perduto o compromesso per effetto dell’azione dei piromani.
  • Il contributo diretto alle attività di monitoraggio dello stato dell’ambiente naturale e alla dispersione dei semi melliferi mira a formare una coscienza ecologica attiva nei partecipanti.
  • L’attenzione che si presterà alle specie vegetali, anche nella loro fase di germinazione, all’opera degli insetti impollinatori e a quella dei detritivori sulla sostanza vegetale bruciata e marcescente consentirà ai partecipanti di riconoscere la rilevanza del microcosmo per l’esistenza di organismi più complessi, come i rettili, i volatili e i mammiferi, inclusi l’uomo e l’orso.
  • Il coinvolgimento nelle azioni sul campo del personale del Parco Nazionale della Majella è finalizzato a diffondere la cultura della legalità e del rispetto delle normative ambientali come strumento della difesa dell’interesse comune, oltre che a sottolineare l’importanza di studi e ricerche ecologici in un’area protetta di grande pregio.
  • La realizzazione di un audiovisivo di alta qualità che riassuma i contenuti dell’iniziativa è un ulteriore strumento di diffusione e sensibilizzazione per il pubblico regionale, nazionale e straniero (grazie all’utilizzo di sottotitoli in inglese).

 

8. Strumenti di azione

Salviamo l’Orso impegnerà le competenze di alcuni suoi soci e la strumentazione in suo possesso per raggiungere gli obiettivi del progetto. Gli strumenti messi a disposizione sono:

  • 6 binocoli per le osservazioni faunistiche
  • 1 cannocchiale
  • 2 fototrappole Full HD per le riprese faunistiche

per un valore complessivo di 4.000 euro.

Il resto del materiale sarà acquistato grazie al contributo di 1.550 euro ricevuto da Abrussels.

 

9. Cronoprogramma del progetto
Attività e fasi previsteMese
Acquisto arnie e semifebbraio
Richieste di collaborazioni e autorizzazioni a Comune, Parco Nazionale della Majella e istituti scolasticifebbraio
1° evento didattico con gli studenti delle scuole primarie e secondarie 1°, e distribuzione dei semi melliferimarzo
2° evento didattico con gli studenti delle scuole secondare di 2° e verifica attraverso il transetto botanicomaggio
Incontro divulgativo sul campo con la comunità di Pratola Pelignagiugno
Riprese video tramite fototrappola, fotocamera ed eventuale dronemarzo-giugno
Editing audiovisivoluglio-agosto
Evento finale con presentazione dei risultati delle attività di campo e proiezione dell’audiovisivoagosto
Rendicontazione ad Abrussels e pubblicazione dell’audiovisivo sui canali social di Salviamo l’Orsoagosto-settembre
Piano organizzativo  
Api in azione per l’orso marsicanoTotale orePeriodo
300 cagennaio-agosto 2018

 

10. Analisi SWOT
Punti di forzaPunti di debolezza
Coinvolgimento della comunità locali, dei bambini e dei ragazzi in particolare.Nessun socio dell’associazione proveniente dal comune interessato.
Sensibilità al tema degli incendi boschivi, data la drammaticità degli eventi, con la partecipazione attiva della cittadinanza alle fasi di spegnimento.
Attività pratica e dinamica all’aria aperta.Efficacia delle attività sul campo dipendenti dalle condizioni atmosferiche.
Notevole resilienza della natura.
Audiovisivo di alto appeal turistico.
OpportunitàMinacce
Incontri gratuiti con figure competenti quali occasioni di accrescimento della cultura personale e delle conoscenze ambientali ed ecologiche.Assenza di intermediari locali con rischio di diffidenza verso un “mondo ambientalista” percepito come esterno ed estraneo alla comunità, accompagnato dal rischio di scarso interesse generale verso i temi ambientali.
Opportunità per continuare a impegnarsi per il proprio territorio, dando seguito allo sforzo profuso per contrastare gli incendi boschivi.Spesso le attività all’aria aperta sono associate al rischio di infortuni, anche se è statisticamente dimostrato il contrario.
Occasione per muoversi all’aria aperta e in compagnia: attività formative sì, ma di svago.
Con i processi naturali di adattamento agli incendi, alta probabilità di vedere i propri sforzi ripagati.Rischio di porsi obiettivi troppo grandi e di difficile conseguimento.

 

11. Riferimenti bibliografici e sitografici
  • VV. (2011). Piano d’Azione nazionale per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano – PATOM. Quaderni di Conservazione della Natura, 37. Ministero dell’Ambiente – ISPRA.
  • Altobello, G. (1921). Mammiferi IV – Carnivori. In: Fauna dell’Abruzzo e del Molise Mammiferi. Colitti, Campobasso, Italy.
  • Ciucci, P., Boitani, L. (2008). The Apennine brown bear: a critical review of its status and conservation problems. Ursus, 19(2), 130-145.
  • Ciucci, P., L. Maiorano, L. Chiaverini, M. Falco. (2016). Aggiornamento della cartografia di riferimento del PATOM su presenza e distribuzione potenziale dell’orso bruno marsicano nell’Appennino centrale. Azione A2: Relazione tecnica finale. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Unione Zoologica Italiana, Roma, 84 pp.
  • (1998). Il paesaggio vegetale dell’Abruzzo. Edizioni COGECSTRE, settembre 1998, Penne (PE).
  • http://www.iucn.it/pdf/Comitato_IUCN_Lista_Rossa_dei_vertebrati_italiani.pdf
  • http://www.salviamolorso.it/

 

[1]http://www.salviamolorso.it/portfolio-items/il-miele-dellorso/